Svolta nell’inchiesta sul crollo del  viadotto ‘Scorciavacche’ sulla Statale Palermo-Agrigento, avvenuto nel Natale del 2014, poco dopo la sua inaugurazione. Oltre ai trenta  indagati già noti, tra cui gli ex vertici siciliani dell’Anas, la  Procura di Termini Imerese, guidata da Alfredo Morvillo, ha inviato  quattro nuovi avvisi di garanzia. Tra questi spicca il nome di Pietro  Ciucci, ex Presidente dell’Anas, accusato di concorso in concussione.  Indagati anche Alfredo Bajo, Stefano Liani e Michele Vigna, che  all’epoca erano rispettivamente condirettore generale tecnico Anas,  direttore centrale nuove costruzioni Anas e vice direttore Centro Sud  Anas, accusati oltre che di concussione anche di concorso in falso in  atto pubblico. Gli interrogatori inizieranno giovedì prossimo, davanti alla Procura di Termini Imerese (Palermo) che coordina l’indagine. Tra gli indagati anche l’ex direttore generale Anas Salvatore Tonti, l’ex  presidente dell’Autorità portuale Nino Bevilacqua, in qualità di  consulente della “Bolognetta scpa”, l’Ati guidata dalla coop Cmc di  Ravenna insieme a Tecnis di Catania e Ccc di Bologna, che è il  contraente generale dell’opera.  Con Tonti ci sono indagati anche collaudatori, tecnici e  rappresentanti delle imprese che hanno eseguito i lavori. L’ipotesi di reato è di attentato alla sicurezza dei trasporti. Anche l’ex premier  Matteo Renzi era intervenuto sulla vicenda: “Il viadotto Scorciavacche 2, sulla Palermo-Agrigento, inaugurato lo scorso 23 dicembre e costato 13 milioni, è crollato. Solo per una fortunata coincidenza non si è  fatto male nessuno, ma questo non cambia di una virgola le colpe dei  colpevoli. Ho chiesto ad Anas il nome del responsabile: è finito il  tempo degli errori che non hanno mai un padre. Pagheranno tutto”,  aveva scritto su Facebook.

Nell’avviso di garanzia Bajo, Liani, Ciucci e Vigna, tutti ai vertici  Anas ai tempi del crollo, sono accusati di avere “imposto a Claudio  Bucci, Salvatore Tonti e altri soggetti in servizio in Anas – scrivono i magistrati – gerarchicamente subordinati e comunque sottoposti alla  loro posizione di supremazia, nonché ad altri soggetti che operavano  in seno al contraente generale ‘Bolognetta’ di procedere entro il  termine del 23 dicembre 2014 all’apertura anticipata del tratto  stradale interessato dai lavori di ammodernamento” “così ottenendo –  dicono i magistrati – il raggiungimento di un risultato da sfruttare  per mero tornaconto personale, abusando delle loro qualità e dei loro  poteri, costringevano i predetti a dare o a promettere, a loro o ad  altri, indebite utilità”. Accuse pesanti che i diretti interessati  smentiscono.


Fulvio Giovannini, Pierfrancesco Paglini e Claudio Bucci  sono accusati di avere “attestato falsamente che i fatti descritti nel certificato di agibilità fossero stati da loro compiuti e fossero  avvenuti alla loro presenza”.  Indagati, inoltre, Pierfrancesco Paglini, project  manager d’area della Bolognetta scpa, il suo vice, Davide Tironi, e i  dirigenti della subaffidataria “Icoler srl”, Ettore e Gaetano  Calamaio. L’ingegnere Bevilacqua è indagato in qualità di “consulente  di Bolognetta scpa per la fase di progettazione definitiva ed  esecutiva delle opere di ammodernamento stradale”. Per l’Anas, oltre a Tonti, indagati i dirigenti Federico Murrone, Massimo Fidenzi,  Maurizio Aramini, Claudio Bucci e Maria Coppola. Gli altri nomi  iscritti nel registro degli indagati sono Stanislao Fortino, Giorgio  Comandé e Giuseppe Russello, responsabili servizi tecnici Bolognetta  scpa, Vito Di Grigoli, direttore cantiere Icoler, Massimo Nunzi,  responsabile progettazione definitiva, Fatima Alagna, responsabile  Della vicenda si era occupata anche l’Autorità anticorruzione che  aveva rilevato “criticità e anomalie sia nella fase di progettazione  che nella realizzazione dell’opera”. Compreso un collaudatore senza i  requisiti e un certificato di agibilità senza certezza dell’avvenuto  collaudo. Il cedimento sul viadotto situato sulla statale  Palermo-Agrigento avvenne a pochi giorni dall’inaugurazione.

L’Autorità Anticorruzione ha avviato verifiche sulla regolarità delle  procedure di realizzazione dell’opera.Tra le principali criticità  rilevate vi sarebbe innanzitutto l’emissione di un certificato  provvisorio di agibilità da parte del direttore dei lavori senza che  vi fosse certezza dell’avvenuto collaudo statico della struttura: un  punto, questo, che l’Anticorruzione propone di segnalare alla Procura  della Repubblica. Altro aspetto segnalato, la nomina nell’ambito della commissione di collaudo tecnico di una persona senza i requisiti  dovuti e in possesso di un titolo di studio inadeguato: nello  specifico, un diploma di tecnico industriale.  Alla base dell’indagine vi è una relazione del Ministero delle Infrastrutture fatta dagli ispettori inviata lo scorso dicembre  in Sicilia dall’ex ministro Maurizio Lupi. In particolare, sono due i  punti contestati negli avvisi di garanzia inviati dalla Procura un  anno fa. Il primo nella fase progettuale “e segnatamente quando veniva variato il progetto preliminarmente inserendo un rilevato in terra  rinforzata in luogo della parte di viadotto originariamente prevista  nel tratto ” e questo “nonostante le caratteristiche geologiche,  geomorfologiche ed idrogeologiche dell’area sconsigliassero  palesemente una soluzione progettuale diversa dal viadotto”.

“Inoltre, sempre nella fase progettuale venivano assunti come  riferimenti parametri geotecnici non rappresentativi della realtà  territoriale”, scrivono i pm. Il secondo punto contestato riguarda la  fase esecutiva perché “veniva eseguito un numero esiguo di prove di  carico su piastra”. Nel mirino anche l’apertura anticipata del tratto  lo scorso Natale “nonostante non sussistesse alcuna necessità o  urgenza e l’organo di collaudo non avesse mai eseguito alcuna visita o sopralluogo preso il cantiere”. Ora gli avvisi di garanzia agli ex  vertici Anas.  (Ter/AdnKronos)