Prima di scrivere questo pezzo va fatta una dovuta premessa. Chi mi conosce bene sa che non ho mai avuto nessun tipo di reticenza nei confronti delle diversità, sia esse riferite alla nazionalità a cui si appartiene , piuttosto alle preferenze religiose o sessuali. Credo fortemente che le persone per bene sono per bene a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dal credo politico piuttosto che dalle proprie  inclinazioni sessuali. Detto questo però voglio sollevare una discussione che, attenzione non si focalizza sulle persone , ma sul fenomeno, se così lo vogliamo chiamare. Mi è capitato più volte frequentando la spiaggia di Giallonardo di vedere arrivare gruppi di ragazzi extracomunitari provenire dalla vicina struttura di accoglienza di Siculiana Ex Sicania. Questa struttura fino a poco tempo fa era un lussuoso locale meta di eventi e matrimoni e adesso ridotto a una tristissima casba , con gli indumenti i che svolazzano dalle finestre  come nelle favelas brasiliane.

Ieri ho assistito ad una scena che sommata a quelle che vedo in giro anche nella nostra città di Canicattì, mi fa pensare. Come si evince dalla foto questo gruppo di ragazzi, credo nigeriano, dopo essersi  fatti  il bagno, hanno tirato fuori Smartphone di ogni marca e tipologia e  hanno iniziato a selfarsi. Mi è venuta davanti un’altra scena di pochi giorni fa, passando davanti un centro presente nel nostro paese. Uno dei  cosiddetti ospiti seduto davanti la porta con due smartphone in mano, con uno parlava al telefono e con l’altro navigava. Mi viene spontaneo chiedermi, dato che questi ragazzi sono sostenuti  a circa 35 euro al giorno da noi Italiani, mi  chiedo e vi chiedo come sia possibile accettare che vengano accolti in strutture che prima rappresentavano ben altro, che bighellonino l’intera giornata senza far nulla e che abbiamo a disposizione smartphon supercostosi di ultima generazione.

Intendiamoci, loro non ne hanno nessuna colpa, figuriamoci, sono in balia di chi certamente li gestisce, ma la domanda è un’altra: come è possibile tutto questo. Chi ci guadagna? Perché non vi è all’orizzonte alcun programma di integrazione? Perché non si coinvolgono in iniziative per la manutenzione della città che li ospita? Perché a fronte di questa ospitalità non ci deve essere un impegno da parte di ognuno di loro? Perché dobbiamo favorire l’accattonaggio di lusso? Chi viene ospitato in qualsiasi luogo del mondo o paga con i danari o presta opere e lavoro come forma di pagamento. Tra l’altro sono tutti fisicamente ben piazzati, in grado di lavorare con grande energia, molto più in forma di noi italiani oramai divanizzati. Immaginate se quando gli italiani che sono emigrati in tutte le parti del mondo , invece che arrivare in loco e mettersi a fare i lavori più umili, gli avessero dato vitto alloggio e smartphon? Credo personalmente che in tutta questa situazione ci stia ( e mi assumo la responsabilità di quello che dico) la mafia, quella con i colletti bianchi e ben stirati, la politica, quella che ci va a braccetto, gli sfruttatori, gli scafisti ,alcune organizzazioni.  Fa impressione poi vedere in tv in trasmissioni con “aeroport security” che alcune nazioni ti rimandano indietro se non hai i peli del naso a loro posto…. E allora qualcosa non mi quadra. Non siamo più un paese normale se foraggiamo l’accattonaggio internazionale, se occidentializziamo nel peggiore del modi gente che potrebbe invece iniziare una vita dignitosa, se non utilizziamo questa potenzialità trasformandola in manodopera che potrebbe sostenere un paese sempre più vecchio. Insomma immagino che quei ragazzi che vedete nella foto, avranno inviato quel selfy a casa , dicendo: saluti dall’Italia terra di cibo, riposo e smartphone…. vi apettiamo.

Cesare Sciabarrà