C’era anche pesce scaduto addirittura del 2010, spacchettato, rietichettato e pronto per essere venduto a ignari consumatori in vista delle festivita’ di Natale o di Capodanno. La Guardia costiera l’ha intercettato e sequestrato in depositi di Bisceglie, in Puglia. In un altro caso era pesce scaduto nel 2013, scoperto in depositi siciliani, a Sciacca, Porto Empedocle, Palermo. Sono due dei numerosi episodi di frode alimentare scoperti nel corso di una complessa operazione, nome in codice “Confine illegale”, condotta in tutta Italia dal Comando generale delle Capitanerie di porto – Guardia costiera e illustrata oggi pomeriggio con una conferenza stampa tenuta a bordo della nave d’altura “Gregoretti” della Guardia costiera ormeggiata nel porto di Civitavecchia, alla presenza del ministro delle Politiche agricole e alimentari, Gian Marco Centinaio, e dell’ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante in capo delle Capitanerie e Guardia costiera. A bordo, in vista su alcuni cassoni, una minima parte del pesce sequestrato. Operazione che complessivamente ha portato al sequestro di oltre 80 tonnellate di prodotto ittico, di 290 attrezzi da pesca, a 562 procedimenti di sequestro, 44 sanzioni penali, 702 sanzioni amministrative, alla chiusura di 5 esercizi commerciali e a sanzioni per 1,4 milioni di euro. I controlli sono stati 12 mila, sull’intero territorio nazionale. L’ultimo in ordine di tempo questa mattina da parte di personale della Capitaneria ligure in un centro di distribuzione presso Como: un cinese titolare di un deposito dava nuova ‘veste’ commerciale a pesce scaduto. E in piu’, la pezzatura venduta aveva un peso inferiore a quello indicato sull’etichetta. Analogo sistema scoperto a Porto Empedocle, dove erano stoccate partite di pesce importato dal Sud-Est asiatico, dal Sudafrica e dal Sudanerica che veniva spacchettato, etichettato da un’azienda ittica del Lazio e rimesso sul mercato: pesce scaduto nel 2013.