Con la scomparsa di Riina e Provenzano si pensava che non si sarebbe mai più parlato di pizzini, invece noi abbiamo avuto la capacità di portarlo in auge anzi di promuoverlo a “ricevuta”. Proprio cosi; perché per potere usufruire dello sgravio sulla tassa, l’amministrazione recita così : “Per poter procedere all’attività è necessario essere muniti di tessera sanitaria e delle ricevute attestanti l’avvenuto conferimento”.
La domanda è: “Le ricevute attestanti l’avvenuto conferimento” sono il pezzo di carta di pane o altri alimenti se volete, che vediamo nella foto ( volgarmente pizzino)? Se così fosse, quel pizzino dovrebbe attestare una serie di informazioni che debbono trovare riscontro oggettivo presso la sede dell’ARO. In parole povere oltre che quel pizzino non riporta altro che alcuni geroglifici da dovere interpretare , è privo di qualsivoglia intestazione da parte del soggetto emittente e informazioni che riconducono al soggetto ricevente. Noi abbiamo più volte sollevato l’argomento sulla nostra testata , su richiesta di tanti concittadini che si chiedevano ( giustamente) come un pezzo di carta, ritagliato malamente al momento, potesse costituire una ricevuta che poi verrebbe tradotta in danaro, in quanto attesta la quantità di differenziata prodotta e quindi il relativo sgravio( cioè danaro pubblico). Abbiamo sollevato il problema al punto che abbiamo anche realizzato una sorta di ricevuta ( vedi foto e video ) che avesse almeno la parvenza di essere tale e che riportasse timbro dell’ente che lo emette e una serie di dati identificativi di chi lo riceve.
Dopo avere omaggiato il CAM di Foro Boario (perché l’altro sotto sequestro)di 500 ricevute realizzate e stampate da noi in presenza del consigliere comunale Umberto Palermo, l’ufficio ha sentito il dovere di non utilizzarle ma di scopiazzarle creando un modello loro, seguendo la traccia che avevamo dato noi. Ma questo è accaduto qualche mese fa ( intorno al 15 di novembre , alcuni giorni dopo la nostra donazionefatta il 7 di novembre) , quindi il grosso delle ricevute fa riferimento a un lunghissimo periodo precedente durante il quale veniva rilasciato il cosiddetto pizzino.
Ora, assodato che quel pizzino non legittima ne l’emittente ad emetterlo perché non conforme a disposizioni di legge minima, ne è idoneo a determinare obbligazioni in capo all’ente a favore di chi lo possiede, e assodato che l’ente non è in possesso di una copia conforme che ne attesti l’autenticità, nè i dati riportati sul pizzino fanno parte di un data base certificato, ci chiediamo e vi chiediamo : come si fa a ricostruire la veridicità di questo rapporto? E ci chiediamo anche se questa situazione non possa favorire forme illecite facilmente immaginabili, come la manipolazione del pizzino stesso o addirittura la realizzazione di pizzini similari che attestano falsi conferimenti. Chi è nelle condizioni di potere garantire che il rimborso riferito allo sgravio corrisponda a una reale condizione di tracciabilità e trasparenza? Non vogliamo andare oltre, perché non sarebbe neanche difficile immaginare forme di favoreggiamento facilmente occultabili dovute proprio alla mancanza oggettiva di riscontri. Insomma stiamo parlando di una situazione paradossale alla quale nessuno ad oggi ha dato spiegazioni , dimenticando che si tratta di danaro pubblico. Riportiamo in ultimo la dicitura che la legge prevede a proposito dell’argomento: affinché la ricevuta di pagamento di credito o di sgravio sia completa ed abbia un valore, ci sono dei requisiti imprescindibili che non possono mancare, ossia le firme ben leggibili di entrambe le parti, oppure eventuale timbro attestante i dati dei beneficiari e degli esecutori e la data in cui viene erogata la ricevuta stessa che attesta l’eventuale pagamento eseguito correttamente e l’eventuale garanzia in caso di danni a cose o prestazioni non eseguite correttamente.
Vorremmo concludere aggiungendo alle domande e agli interrogativi fin qui sollevati, qualche domanda sul CAM , perché questa situazione è anche la conseguenza del sequestro del CAM stesso. Non ci è dato sapere il motivo per cui sia stato sequestrato il CAM, e insieme ad esso l’impianto di trasferenza che ci avrebbe consentito un minor costo e un migliore servizio . Non ci è dato sapere chi è o chi sono i responsabili della chiusura del CAM, cosa che i cittadini hanno il diritto di sapere dato che ne pagano le conseguenze sia in termini economici che di servizio. Non ci è dato sapere se oggi sia stata presentata una domanda di dissequestro. Ecco, se prima che ci lascia questo travagliato 2018 qualcuno si volesse degnare di rispondere, magari affronteremmo il 2019 sotto nuovi auspici.
Cesare Sciabarrà