Il 6 gennaio del 1980, per l’ennesima volta, la mafia decise di “manifestare” il proprio odio per le persone, per le Istituzioni, per la Sicilia, assassinando a Palermo il Presidente della Regione, Piersanti Mattarella, ucciso per lo stile e per l’azione di rinnovamento e di speranza con cui stava governando l’Isola. Mattarella, legato ad Aldo Moro e quella schiera di donne e uomini che si assunsero l’onere della innovazione nella politica e nel governo, in Sicilia concretamente aveva avviato il cambiamento, basti ricordare il varo della legge urbanistica 71/78, utile per la pianificazione del territorio e delle città, per regolamentare una materia delicata su diversi e fondamentali aspetti.
Il presidente Mattarella ha perso la vita anche a causa della normativa urbanistica, approvata faticosamente all’ARS nel dicembre del 1978 a recepimento delle norme nazionali, perché intaccava gli interessi della speculazione selvaggia e che poneva tutti nella corresponsabilità della legge, richiamando l’attenzione all’interesse generale, alla cura dell’ambiente, della agricoltura, dello sviluppo, della fisionomia della città.
Lo scorso 13 agosto 2020, è stata approvata un’altra legge urbanistica, la numero 19, con norme per il governo del territorio. Dopo oltre 40 anni dalla legge del governo Mattarella, abbiamo una nuova, organica legge in materia urbanistica che, tuttavia è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri, a ottobre 2020, perché alcune disposizioni sulla pianificazione territoriale e paesaggistica non rientrano nelle competenze statutarie della Regione siciliana. Questa nuova legge ha avuto una lunga elaborazione, forse per comporre i diversi orientamenti politici, e giunge in un ritardo di decenni, come la legge che regola la materia edilizia, la legge n. 16 del 10 agosto 2016 (anch’essa parzialmente impugnata). Un ritardo sugli scempi, i guasti del territorio e delle città, ma soprattutto sulla possibilità di risolvere problemi strutturali, sulla capacità di essere motivo di sviluppo socio-economico e di fruibilità culturale, di uso della campagna, di salvaguardia dell’ecosistema.
Con questa nuova legge è stato rinnovato l’impianto della pianificazione territoriale, il P.R.G. (Piano Regolatore Generale) è stato sostituito dal P.U.G. (Piano Urbanistico Generale), sempre di iniziativa comunale, dovrà essere coordinato al Piano territoriale regionale con valenza paesaggistica (P.T.R.), al Piano territoriale consortile (P.T.C.) o al Piano della città metropolitana (P.C.M.). Una legge che per procedere ed essere efficace ha bisogno di una rinnovata classe dirigente, di una cultura politica nuova, di Uffici tecnici attrezzati, di Professionisti volenterosi e creativi. Una legge che ha bisogno di un rinnovato sostrato etico e deontologico, di domande ed esigenze più ecocompatibili. Bisogna proteggere, valorizzare nella fruizione compatibile le fasce costiere, i centri storici, bisogna intervenire nelle periferie e nella campagna; bisogna rivedere le aree omogene alla luce della situazione dello sviluppo economico, gli standard urbanistici, le discariche e il ciclo dei rifiuti, gli impianti relativi ai servizi in rete, l’approvvigionamento idrico, le infrastrutture. Piccoli centri si svuotano mentre le città si sviluppano caoticamente, qui bisognerebbe ripensare agli equilibri e ai rapporti territoriali, superando i campanilismo a favore di macroaree interconnesse per efficentare i servizi, per una maggiore sostenibilità, per ridurre il consumo di suolo.
Oggi, le città sono diventate meri “contenitori”, non più spazio, non più fisionomia della società, casa comune. E nelle restrizioni della pandemia un gran valore assumo gli spazi sociali, i “temi” urbanistici, lo spazio vitale della casa e le infrastrutture. Anche per questo bisogna desiderare una stagione di pianificazione alla luce della cultura scientifica, delle moderne esigenze, delle più avanzate tesi in materia di pianificazione urbanistica, che non è solo normativa ma è messa in pratica di idee e di progetti positivi sul coraggioso esempio di Piersanti Mattarella. Una città nuova per un nuovo umanesimo. Un nuovo umanesimo per una città nuova.
Massimo Muratore