Non si può negarlo, questo inizio secolo è stato un vero disastro. Finiti gli ani 90 è stato un susseguirsi di crisi, tragedie, pandemie, guerre. Sembra quasi che il genere umano debba espiare colpe precedentemente accumulate.

Passare da una crisi economica, attraverso un timido tentativo di ripresa per finire nelle grinfie di una pandemia, che solitamente si presenta all’umanità ogni cento anni, per poi continuare con una guerra dietro la porta di casa , sembra essere un percorso di espiazione dei peccati a cui diverse generazioni si debbono sottoporre. Come ne usciremo  non ci è dato saperlo.

Al momento non riusciamo a prevedere cosa possa accadere domani mattina e l’ombra inquietante di qualche bottone rosso che qualcuno potrebbe schiacciare , frantuma in ognuno di noi il concetto di speranza e quindi di futuro.
Probabilmente l’arco generazionale che è costretto a vivere e condividere questi difficili momenti non è attrezzato da alcun punto di vista. I cinquantenni provenienti da un periodo di estremo benessere , ai quali  non è  dato conoscere forme di sacrifici e di rinunce, i trentenni impossibilitati a vedere un futuro verso il quale potere guardare e gli adolescenti narcotizzati da uno schermo di 7 pollici dal quale oramai traggono la stessa serenità che un tossico dipendente trae da sostanze stupefacenti.

E infine gli anziani , i vecchi, coloro che hanno un vago ricordo della fame e della guerra che mai avrebbero immaginato che la stupidità dell’uomo avrebbe fatto tornare l’umanità indietro piuttosto che andare  avanti. La tanto osannata tecnologia ci ha  solamente allontanati, la tanto annunciata globalizzazione, ci ha ancor più isolati . Cosa ci aspetta  non si sa  e neanche possiamo affidarci alla fantasia, perché anche quella con la speranza e il futuro ci ha in qualche modo abbandonato.