Viene arrestato nel giorno di Capodanno e posto in carcere per oltre venti giorni nonostante avesse avuto la possibilità di richiedere misure alternative quali i domiciliari o l’affidamento in prova ai servizi sociali. La “svista” giudiziaria riguarda un cinquantunenne di Grotte che così si è trovato in carcere per 23 giorni pur avendo diritto del beneficio ad altre misure.

Alla base dell’errore ci sarebbe la valutazione del reato ostativo che non consente di ottenere benefici neanche se la pena è inferiore a quattro anni. Il “problema” è che questa fattispecie viene applicata per i reati commessi a partire dal 2019 mentre le condotte contestate all’imputato si fermavano al 2017. La difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Gianfranco Pilato, si è cosi rivolta al tribunale e il giudice Nicoletta Sciarratta ha sospeso l’ordine di carcerazione rimettendolo in libertà.