Canicattì. Due anni ed otto mesi di reclusione per diffamazione aggravata a mezzo social. E’ questa la sentenza emessa dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo nei confronti di un uomo ultrasessantenne di Canicattì, G.G. queste le iniziali, inizialmente accusato di Revenge Porn. Inoltre, l’imputato dovrà risarcire le proprie vittime in tutto quattro donne, anche loro di Canicattì, che si sono costituite parte civile insieme ad una associazione che tutela le vittime di violenza femminile. L’uomo in questo procedimento era difeso dall’avvocato Angelo Asaro. La somma che dovrà elargire sarà quantificata in separata sede. La vicenda risale a parecchi anni addietro quando l’imputato ha iniziato a pubblicare sul noto social network Facebook, foto di donne tutte residenti in città tra le quali anche la ex moglie, applicando i volti delle vittime su foto e video esplicitamente hard. L’uomo ha continuato nella sua azione sino a poco tempo addietro nonostante fosse stato denunciato dalle vittime venute a conoscenza per caso di quello che gli stava accadendo perché informate da amici o parenti che sui social si erano imbattuti nel profilo del canicattinese. La loro unica colpa è stata quella di avere incontrato sulla propria strada e per motivi di lavoro quello che poi sarebbe diventato il loro aguzzino. Infatti, l’imputato è un artigiano parecchio conosciuto in città. L’uomo successivamente agli interventi lavorativi effettuati a casa delle donne, secondo quanto ricostruito dall’indagine che è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Canicattì, che hanno raccolto le denunce, successivamente alla conoscenza era passato alle avance chiedendo spesso alle vittime di uscire con lui per un caffè o una pizza. Al loro rifiuto scattava la vendetta. Infatti, da li iniziavano una serie di pubblicazioni su Facebook ma anche su altri social come ticktok dove rubando foto del viso dai loro profili iniziava ad applicarle modificandole su immagini a sfondo sessuale. Quattro in totale le donne di Canicattì che hanno portato G.G a processo mentre altre, non hanno ritenuto opportuno perseguirlo nonostante siano incappate nella stessa situazione. Una delle vittime, addirittura, adesso non risiede più a Canicattì ma ha deciso di cambiare città. L’avvocato di fiducia di G.G , Angelo Asaro, ha annunciato che attenderà il deposito della sentenza che avverrà entro 90 giorni per ricorrere in appello. Il processo è stato celebrato con il rito abbreviato.
Carmelo Vella