Mentre in Sicilia sale la tensione per le richieste di rimpasto nella giunta regionale di governo legate ai risultati delle elezioni provinciali di secondo livello a, in fondo, anche ai risultati delle elezioni europee, in silenzio la Democrazia Cristiana, firma il suo accordo con la Lega.
Dc rimasta a guardare alle Europee
Il Partito di Totò Cuffaro, forte a livello locale, non ha spazio non appena passato lo Stretto e brucia ancora il trattamento riservato alla Dc dagli alleati in occasione delle elezioni europee quando Forza Italia chiuse le porte a candidato democristiani dopo un forte confronto interno non privo di tensioni. Allora Cuffaro fece convergere in suoi voti sul candidato di Noi Moderati in base ad un accordo dell’ultimo miglio.
L’accordo con la Lega
Per evitare che accada di nuovo e senza sollevare polverone politico, così,si è lavorato sotto traccia e due pomeriggi fa è arrivato l’accordo con la Lega. I candidati dc saranno ospitati nelle liste leghiste in occasione di tutte le elezioni con ricadute nazionali o europee e la Lega potrà contare sul supporto dei voti Dc.
D’altronde che il rapporto Dc Lega fosse crescente era chiaro tanto che Raffaele Lombardo,m nella sua intervista di una settimana fa, chiedendo un secondo assessore a Schifani sottolineava proprio questo stretto rapporto. Il patto non era stato ancora formalizzato ma ora, anche se non ufficializzato, l’accordo c’è.
Preoccupazione dentro la Dc
Ma questo accordo non è stato accolto bene da tutti. dentro il partito di Cuffaro c’è chi si sente minacciato nella propria posizione politica dall’arrivo de leghisti tanto che fra le difficoltà per la firma del patto ci sono state anche le tensioni interne.
L’intesa originale doveva essere complessiva ma la parte riguardante la Sicilia, alla fine, è stata esclusa dall’accordo proprio per rasserenare le tensioni e andare avanti almeno con la restante parte.
Certo con la Dc al governo del Libero Consorzio di Siracusa, un simile patto con la Lega non è cosa politicamente da poco, solo per fare un esempio. Se poi si considera la sfida in corso fra gli ex presidenti (Lombardo e Cuffaro) e le tensioni nella maggioranza, il centrodestra si può definire quantomeno in evoluzione