La sospensione dell’erogazione d’acqua dalla diga Furore destinata all’irrigazione delle colture ortive nei territori di Favara, Villaggio Mosè e Palma di Montechiaro rappresenta una minaccia concreta e immediata per l’economia agricola e sociale dell’intera area.
Si tratta di una decisione che rischia di trasformarsi in un disastro di proporzioni mai viste, con conseguenze drammatiche per le aziende agricole, per l’indotto commerciale e per migliaia di famiglie che vivono di questo comparto produttivo.
Le produzioni ortive di eccellenza – tra cui meloni, melanzane, peperoni e zucchine – sono oggi messe in ginocchio dalla totale assenza di acqua. Particolarmente grave la situazione per il melone retato, prodotto simbolo del territorio, la cui coltivazione necessita di abbondanti risorse idriche per garantire qualità e quantità. La sospensione senza soluzioni alternative rischia di compromettere irrimediabilmente l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione e commercializzazione.
“Questa non è soltanto una crisi agricola, ma un’emergenza che minaccia la stabilità sociale ed economica di un territorio già fragile. Senza un intervento immediato – dichiara il Presidente di Confcommercio Agrigento, Giuseppe Caruana – rischiamo un collasso che travolgerà non solo le imprese agricole, ma anche tutto l’indotto commerciale che da esse dipende. Servono risposte concrete e tempestive dalle istituzioni regionali: non possiamo permettere che un’intera comunità venga condannata all’abbandono e al declino.”
Confcommercio Agrigento ribadisce come la mancanza di un piano alternativo per la gestione delle risorse idriche condanni a un tracollo inevitabile un settore che rappresenta non solo un pilastro economico, ma anche un presidio di identità e tradizione per il territorio.
La richiesta è chiara e non più rinviabile: adottare immediatamente misure straordinarie in grado di garantire una fornitura idrica minima necessaria a salvaguardare le coltivazioni, sostenere le imprese agricole e difendere i posti di lavoro di un’intera filiale.
La posta in gioco è altissima. Senza un intervento tempestivo, la crisi idrica rischia di generare un effetto domino irreversibile, con il collasso delle attività imprenditoriali, la chiusura di numerose aziende e la perdita di competitività dell’intero comprensorio agrigentino.
Confcommercio Agrigento lancia un appello accorato alle istituzioni: è tempo di agire con determinazione e responsabilità per proteggere il futuro di un territorio che non può e non deve essere abbandonato.