La stagione delle infrastrutture in Sicilia è nel pieno del suo svolgimento e i lavori in corso impegnano attualmente 62 mila lavoratori dichiarati mentre con l’arrivo delle opere del Ponte sullo Stretto questa quota è destinata a salire. A fronte di questa mole di addetti a lavori spesso complessi e rischiosi non esistono sufficienti controlli e cresce un allarme sicurezza sul lavoro denunciato anche da numerosi incidenti che ogni giorno le cronache raccontano.

I dati delle Casse edili
“In Sicilia ci sono attualmente 62 mila lavoratori edili dichiarati nelle dieci Casse Edili dell’isola. Solo RFI sta realizzando opere per oltre 12 miliardi di euro, interessando tutta la regione, con realizzazione di doppi binari sulle tratte Messina-Catania-Enna-Palermo, ammodernamenti di tratte esistenti sulla Ragusana e il versante Trapani. Queste opere per la maggiore sono affidate a WeBuild che, solo per questi appalti, vedrà interessati oltre 7.000 lavoratori”.


A fare i conti sono i componenti della Segreteria Regionale Feneal Uil Antonino Potenza, Saveria Corallo, Pasquale De Vardo, Francesco Mudaro, Giuseppe Tumbarello che proseguono la stima con i cantieri attivati in Sicilia con il PNRR.

I cantieri attivati con il PNRR
“Sono attivi in tutto il territorio regionale tantissimi cantieri per la realizzazione di importanti infrastrutture come porti, ospedali, scuole, infrastrutture per la mobilità, che grazie ai fondi del PNRR riescono a coinvolgere anche imprese della nostra Regione che, a loro volta, danno lavoro ad oltre 31.000 lavoratori. C’è poi il settore dei lavori privati che, anche grazie alle politiche dei bonus, interessa una grandissima fetta del settore edile. Qui è più difficile avere un dato preciso sul numero di lavoratori impiegati. Le nostre stime ci indicano la presenza di altri 24.000 lavoratori, ma purtroppo, fra lavoro nero e dumping contrattuale, non è semplice restituire una statistica sul numero reale degli addetti che potrebbero essere molti di più. In gran parte assunti con forme contrattuali che favoriscono l’elusione contrattuale o addirittura completamente in nero. Con tutto ciò che ne consegue, di fatti, proprio questo settore è quello maggiormente interessato dalle continue tragedie degli incidenti sul lavoro” continuano i componenti della Segreteria Regionale Feneal Uil Sicilia.

Le insidie del nero, dell’illegalità e della sicurezza
“L’aumento dei cantieri e del numero dei lavoratori nel settore edile è sicuramente una bella notizia, ma non possiamo far finta di non sapere che dietro questi numeri si nasconde l’insidia dell’illegalità e degli incidenti sul lavoro. I dati nazionali parlano chiaro, il 70% delle morti sul lavoro riguardano il settore edile” afferma il segretario regionale della Feneal Uil Antonino Potenza.

“C’è bisogno quindi, ora più che mai in Sicilia, di un livello altissimo di attenzione da parte di tutte le istituzioni sui temi della formazione e della sicurezza sul lavoro – prosegue Antonino Potenza. – Una formazione vera, che transiti soprattutto dagli organismi paritetici e non dai troppi enti improvvisati che spesso rilasciano attestati per corsi mai realmente svolti dai lavoratori. La formazione è la migliore prevenzione rispetto agli incidenti sul lavoro”.

Servono più ispettori
“C’è poi un’altra attività fondamentale per prevenire incidenti e morti sul lavoro ed è l’attività ispettiva che va assolutamente aumentata e migliorata. Oggi i cantieri che ricevono visite ispettive sono ancora troppo pochi, alla Regione chiediamo di intervenire subito con l’aumento degli ispettori in modo tale da tenere veramente sotto la lente d’ingrandimento della legalità le tante opere che si stanno realizzando”.