Cento milioni di euro di finanziamenti destinati alla Formazione professionale dal PNRR sono salvi. La Regione siciliana ha approvato sul filo di lana la riforma necessaria per accedere alle risorse. I termini sarebbero scaduti a mezzanotte. Con una vera e propria corsa contro il tempo la legge proposta dall’assessore Turano è stata approvata stamattina dalla Commissione, incardinata subito in aula e approvata in serata dopo duna seduta durata circa tre ore.
Il via libera all’Ars
Il via libera dell’Ars al disegno di legge sulla formazione professionale è avvenuto con 32 voti favorevoli e 22 astenuti. Si tratta di una leggina semplice che introduce modifiche alla norma approvata nel 2019, la legge 23.
Le reazioni politiche
“Con l’approvazione in zona Cesarini della norma salva fondi PNRR sulla formazione professionale, l’assessore Turano e tutto il governo Schifani hanno dimostrato ancora una volta la loro totale approssimazione e mancanza di concertazione con il territorio e gli enti di settore. Una norma arrivata in ARS in colpevole grave ritardo e con la richiesta di una approvazione in fretta e furia per non esporre il Governo alla perdita di 100 milioni di euro, nonostante sapessero da mesi dell’esistenza di tale scadenza” dice il capogruppo dei 5 stelle dell’Ars Antonio De Luca.
“Risulta evidente che il Governo e per esso l’assessore Turano hanno voluto evitare il confronto con enti e sindacati prima e con i partiti e i parlamentari dopo. Se da un lato le opposizioni hanno mostrato senso di responsabilità consentendo alla norma di approdare in Parlamento e di essere approvata, dall’altra il governo Schifani persevera nella sua totale e palese inadeguatezza a governare la Sicilia” aggiunge De Luca.
Per il capogruppo Pd Michele Catanzaro, invece. *Se oggi la Sicilia non ha perso 100 milioni del PNRR e non ha fatto una figuraccia a livello nazionale, lo si deve soltanto al senso di responsabilità delle opposizioni e del Partito Democratico. Siamo rimasti in aula e abbiamo garantito il voto, pur potendo scegliere diversamente. Lo abbiamo fatto per i siciliani, non certo per questo governo”.
Cosa cambia nella Formazione
Una legge che, modificando la n. 23 del 2019, prevede adesso che “il sistema formativo regionale sia orientato a promuovere l’introduzione di sistemi premiali e meccanismi volti ad incoraggiare un maggiore coinvolgimento accreditati in attività progettuali e formative che prevedano il coinvolgimento di soggetti privati”.
Una semplice manifestazioni d’intenti rispetto alla quale, però, scoppia la bufera fra gli Enti della Formazione professionale.
Bufera fra gli Enti: “Cancellati con un colpo di spugna”
E su questo c’è allarme nel mondo della formazione per una legge di riforma che pare propria voglia cancellare gli enti. Le associazioni datoriali degli enti di formazione professionale accreditati in Sicilia, Anfop, Assofor O.D, Asef, Cenfop Sicilia, Forma Sicilia, Forma.Re, Iform, Federterziario, assieme all’organizzazione sindacale Ugl Scuola-Formazione, esprimono “ferma contrarietà e profonda preoccupazione per il contenuto della norma.
“Il disegno di legge – scrivono le sigle – pur proclamandosi innovativo e allineato agli obiettivi del Piano nazionale nuove competenze e transizioni, non cita mai gli enti di formazione e non riconosce loro alcun ruolo operativo o istituzionale. Una grave omissione che equivale a cancellare, con un tratto di penna, l’intera architettura del sistema formativo siciliano, costituito da centinaia di enti accreditati che da decenni operano sul territorio, generando occupazione, qualificazione professionale e inclusione sociale”.
Si sposta il baricentro della formazione
Secondo le associazioni la riforma “sposta il baricentro della formazione dal piano educativo a quello aziendale, sostituendo progressivamente gli enti accreditati con le imprese, senza garanzie di qualità, trasparenza o controllo pubblico. Lanciamo un appello al presidente Schifani e ci appelliamo alla sua sensibilità affinché possa essere salvaguardato l’intero settore”.
Impostazione sbagliata
Le organizzazioni firmatarie commentando la norma ritengono che “questa impostazione sia sbagliata, pericolosa e inaccettabile. La formazione professionale è una funzione pubblica, regolata da leggi, procedure, standard di qualità e sistemi di accreditamento rigorosi. Non può essere affidata direttamente alle imprese, che hanno un ruolo economico e produttivo ma non educativo. È uno dei cardini dello Statuto della Regione Siciliana, di rango costituzionale”.
La norma secondo gli enti è stata presentata “senza alcun confronto preventivo con le rappresentanze del settore, né con le organizzazioni datoriali, né con le parti sociali, né con gli enti che ogni giorno rendono effettivo il diritto alla formazione in Sicilia”.