Economie familiari siciliane in pericolo per la pressione sulle case vacanze.
9,5 miliardi di fatturato che fanno vivere più di centomila famiglie sono a rischio.
“La pressione esercitata contro le case vacanza e Bed and Breakfast, mette a rischio centomila famiglie siciliane e almeno 4,5 miliardi di introiti per il sistema economico siciliano. Si tratta del 3% del Pil siciliano.” Ad affermarlo è Claudio Melchiorre, presidente del Mec ed esponente della segreteria nazionale di Socialdemocrazia Sd.
Secondo Melchiorre, l’aumento della tassazione al 26% della cedolare secca per i gestori di b&b e case vacanza è un salasso. A poco serve dire che l’aumento vale solo per chi affitta tramite portali web. “Senza i portali web, le attività di affitto si riducono a quote ridotte – spiega Melchiorre. I proprietari di case a finalità turistica sono obbligati a utilizzarli. Considerate le percentuali richieste dagli stessi portali, il 46% degli incassi se ne va tra tassazione sull’affitto e commissioni. Se a queste somme aggiungiamo le spese ordinarie di gestione, energia, rifiuti, acqua, oneri aggiuntivi, la redditività al lordo di tasse sulla proprietà, per i rifiuti, il ricavo lordo è meno del 20%.”
In soldoni, per 70 euro di media d’incasso, il ricavo lordo è di appena 14 euro. Se si aggiungono le spese per la manutenzione dell’immobile e della casa, la quota di ricavo si azzera.
“La politica di tassare sempre di più le case private usate per fini turistici mette a rischio la tenuta sociale della Sicilia e del Mezzogiorno. In questo momento, le case vacanza tengono a galla non meno di quindicimila famiglie in Sicilia. La micro offerta turistica vale circa centotrentamila posti letto. Falcidiare questo settore significa abbattere i posti letto e quindi l’intero settore turistico sicilliano e meridionale.”
Per ogni posto letto, secondo le stime elaborate dagli esperti del Mec e di Socialdemocrazia Sd, la spesa dei turisti vale almeno novanta euro al giorno. “Applicato un tasso di occupazione delle stanze del 60%, in gioco ci sono sette milioni al giorno di fatturato per le imprese turistiche non alloggiative, dai balneari alle guide, fino ai trasporti, ristoranti, bar, cantine vinicole, frantoi, e esercizi commericiali.”
Secondo l’esponente di Mec e Sd la sempre maggiore pressione fiscale e normativa rischia di far chiudere un settore che è la spina dorsale del turismo regionale e del Meridione. “Le case private producono due miliardi e mezzo di fatturato annuo nel settore dei servizi turistici non alloggiativi e due miliardi per gli alloggi, più almeno altri cinque miliardi per i trasporti e indotto. Il fisco dal crollo del settore non ha nulla da guadagnare. Né l’organizzazione alberghiera può soddisfare questa offerta alloggiativa che oltretutto si rivolge a target diversi.
Melchiorre lancia quindi l’allarme: “Le case vacanza e i b&b vanno tutelati e sostenuti, non combattuti. In assenza di alloggi, l’intero settore produtivo siciliano ne risentirà gravemente, mentre i centri storici rischiano di tornare ad essere deserti e pericolosi. Il governo nazionale e il governo regionale devono interrompere la spirale persecutoria contro le case vacanze e i bed and breakfast o la metà dell’intero settore turistico, vero ammortizzatore sociale siciliano, crollerà.”












