brown concrete building under blue sky during daytimeLa provincia di Siracusa continua a correre. I dati sul turismo aggiornati ai primi nove mesi del 2025 confermano una crescita solida e costante, in scia al 2024 che aveva già segnato performance record. Secondo il report della CNA Siracusa, il territorio non solo ha superato in pochi anni il crollo registrato durante la pandemia, ma sta oggi definendo un nuovo standard di competitività turistica in Sicilia e nel Mediterraneo.

2025: un anno di consolidamento e ulteriore crescita
Da gennaio a settembre 2025 la provincia ha registrato 555.384 arrivi, segnando un incremento del +4,24% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ancora più significativa la crescita nelle presenze, salite a 1,77 milioni (+6,25%), con una permanenza media che raggiunge i 3,16 giorni.


A crescere è anche il peso dei visitatori internazionali: gli stranieri rappresentano ora il 56%, spinti soprattutto dai flussi in arrivo da Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Spagna. Un dato che conferma la vocazione internazionale del territorio e il suo posizionamento crescente nei circuiti turistici europei e transatlantici.

2024: l’anno della consacrazione
I numeri del 2025 acquistano ancora più valore se contestualizzati rispetto all’eccezionale 2024, un anno definito dagli operatori come “storico”.

Nel 2024 la provincia di Siracusa ha registrato:

619.020 arrivi (+15% sul 2023)

1.889.753 presenze (+23,8%)

Permanenza media di 3,05 giorni (+7,7%)

Stranieri al 51,4% (+5,2 p.p.)

Impatto economico di 318,7 milioni di euro, pari al 3,9% del PIL provinciale

15.100 occupati diretti e indiretti nel settore

Un risultato che ha permesso a Siracusa di posizionarsi come destinazione leader in Sicilia, con tassi di crescita superiori alle medie regionali e nazionali.

Un successo che si concentra in pochi comuni
Nonostante la ricchezza e la varietà del territorio — 21 comuni tra borghi storici, aree naturali protette e siti UNESCO — il turismo resta fortemente polarizzato. Nel 2024: il 94,2% degli arrivi si è concentrato in cinque comuni. Siracusa città da sola assorbe il 71,5% dei flussi, seguita da Noto (71.218), Augusta (22.743), Portopalo (11.567), Avola (10.945).

Subito dopo i primi cinque si colloca Pachino con 9.886 arrivi, trainata dalla notorietà sempre crescente della località balneare di Marzamemi. In totale, i primi sei comuni generano il 96% degli arrivi provinciali. Un modello vincente in termini di attrazione, ma che solleva interrogativi: gli altri 16 comuni assorbono appena il 5,8% degli arrivi, nonostante possiedano patrimoni storici e naturalistici di grande valore.

Due province in una: overtourism costiero e aree interne dimenticate
Il report CNA evidenzia due criticità principali nei poli più visitati (Siracusa, Noto, Marzamemi): pressione infrastrutturale crescente; rischio overtourism nei mesi di alta stagione; aumento dei prezzi immobiliari;congestione dei servizi pubblici. Nei comuni minori: patrimonio sottoutilizzato; sviluppo economico limitato; minore creazione di occupazione; rischio desertificazione dei centri storici.

A tutto ciò si aggiunge un problema strutturale: il 70,4% delle presenze si concentra in cinque mesi, e oltre il 58% nel solo trimestre estivo. Il resto dell’anno la capacità ricettiva resta ampiamente inutilizzata, con effetti su: occupazione (55% contratti stagionali di 6,2 mesi in media), margini delle imprese, stagnazione economica dei servizi tra ottobre e maggio.

Affitti brevi: motore della crescita e al tempo stesso rischio per il territorio
Gli affitti brevi rappresentano, sempre secondo lo studio della Cna, l’86,6% delle strutture registrate nel 2024 (6.513 unità) e sono il segmento che cresce più rapidamente: +42,51% di presenze nei primi nove mesi del 2025. I vantaggi sono: distribuzione capillare dell’offerta; supporto alla crescita della domanda; microimprenditorialità diffusa; possibilità di rivitalizzare aree marginali. Ma i rischi sono alti: sovraffollamento nei centri storici più fragili; aumento dei prezzi immobiliari; standard qualitativi eterogenei; fenomeni di irregolarità con perdita di gettito fiscale.

La voce degli operatori: un sistema maturo ma frenato da nodi strutturali
L’indagine CNA su 193 operatori (ricettività, ristorazione, servizi, turismo esperienziale, stabilimenti balneari) restituisce il quadro di un settore consapevole dei propri punti di forza ma lucido sulle criticità. Quattro i problemi più citati: mancanza di coordinamento tra i comuni e marketing frammentato. Costi operativi elevati e pressione fiscale percepita come non competitiva. Carenze di competenze, soprattutto linguistiche, digitali e legate alla sostenibilità. Eccesso di burocrazia, dai permessi ai portali online fino all’accesso ai fondi PNRR. Nonostante ciò, Il 67% degli operatori ritiene Siracusa più competitiva delle destinazioni concorrenti, grazie al patrimonio UNESCO, alla varietà dell’offerta e alle collaborazioni locali.

La svolta consiste nella destagionalizzazione
La strada indicata dagli operatori e dagli analisti CNA è chiara: il futuro passa dalla destagionalizzazione. La provincia ha tutti gli asset per farlo: clima mite tutto l’anno (15–20°C tra ottobre e aprile); siti UNESCO fruibili nelle quattro stagioni; eventi culturali, enogastronomici e legati alla vendemmia; potenziale per congressi, incentive e turismo bleisure.

La sfida del prossimo decennio
Dopo aver superato brillantemente il crollo del 2020, Siracusa non è più nella fase del “se” crescerà. La domanda ora è un’altra: come guidare una crescita che deve diventare sostenibile, equilibrata e inclusiva? Il 2025 indica che la domanda c’è, il mercato risponde e il brand Siracusa è più forte che mai. La vera sfida sarà distribuire i benefici sul territorio, ampliare la stagione, investire sulle competenze e dotarsi finalmente di una strategia integrata.