Crocetta-Scilabra“Vi annuncio che l’8 agosto ho presentato la richiesta di risoluzione del mio contratto individuale. L’alto senso delle istituzioni mi impone di farmi da parte e di prendere questa scelta per tutelare la mia onorabilità”. Anna Rosa Corsello, dirigente del Dipartimento Formazione e lavoro della Regione siciliana, comunica le sue dimissioni nel corso dell’audizione in commissione Lavoro all’Ars che ha al centro le vicende sul Piano giovani.

Il dirigente, dopo il fallimento della procedura, aveva preparato un nuovo bando che è stato sconfessato subito dagli assessori Scilabra e Bruno. “Non avrei mai immaginato di essere sbattuta come un mostro in prima pagina per avere agito nell’interesse degli uffici a cui sono preposta e di un assessore che pur presentandosi come paladina dei giovani li ha sacrificati sull’altare di una gara di velocità. Ho pubblicato il secondo avviso senza indugi per tutelare gli investimenti fatti di 178 milioni di euro. Per non ledere gli interessi di chi aveva partecipato con modalità previste conformi alle norme comunitarie e regionali”.

Corsello si dice incredula: “Non riesco a capire quali irregolarità sarebbero state ravvisate nel mio comportamento, se non avessi agito come ho fatto si sarebbe potuto configurare il reato di interruzione di pubblico servizio. Il clamore sollevato ha soltanto uno scopo, ledere la mia onorabilità e se non vi dispiace questo non lo consento”.

La dirigente infine spiega le ragioni del flop del click day: “Sono davanti agli occhi di tutti e sono lapalissiane: il click day è una procedura fallimentare su cui pende un giudizio sulla sua costituzionalità, e Italia Lavoro non aveva le risorse tecniche per gestire la procedure. Se io ho sbagliato sono pronta a risponderne visto che non sono attaccata agli incarichi, ma non nel processo mediatico a cui sono stata sottoposta insieme alla mia famiglia. Il mio operato è stato legittimo e lecito”.

“Quello che abbiamo fatto in Sicilia è stato fatto anche in altre Regioni – ha assicurato – Questo progetto non poteva essere affidato a Sicilia e-Servizi. Anzi, tra il 2012 e il 2014 rispetto all’affidamento a Sicilia e-Servizi la Regione ha risparmiato oltre 1,8 milioni di euro. Se io non mi fossi comportata in questo modo sarei incorsa nell’interruzione di pubblico servizio, visto che avrebbe comportato il blocco dei centri per l’impiego. Sono stata sbattuta come un mostro in prima pagina per aver svolto correttamente il mio lavoro”.

Infine, Corsello ha difeso il nuovo bando da 70 mln per 20 mila tirocini pubblicato a sua firma nei giorni scorsi, ma sconfessato dagli assessori alla Formazione e al Lavoro perché non sarebbero stati informati. “Il nuovo avviso rispetta tutte le norme regionali, nazionali e comunitarie. Su Garanzia giovani, entrambi gli assessori erano informati – ha sostenuto la dirigente – Così come erano stati informati anche della volontà di operare attraverso una comune selezione. Entrambi hanno ricevuto per mail la bozza di Garanzia Giovani l’11 agosto e la bozza definitiva è stata illustrata all’assessore Scilabra e al presidente della Regione, il 14 agosto la bozza è stata inviata a entrambi gli assessori. È stata scritta una pagina di storia di raro squallore”.

La relazione finirà nel fascicolo aperto dai magistrati della Procura di Palermo. La Procura che in queste ore è al lavoro per accertare eventuali ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione. Dopo il flop del click day del 5 agosto scorso, anche la Procura presso la Corte dei Conti ha avviato un’indagine per eventuali danni erariali.

LA REPLICA. “In questo racconto mancano grossi pezzi. Tutto quello che ha descritto sono atti gestionali, su cui io non sono mai entrata. Non ho mai indicato una società o un’altra. Gli affidamenti? Li ha firmati la dirigente Corsello. Sono state dette tante falsità. È stata la Corsello a chiedermi di lasciare tre milioni per Italia Lavoro, per una priorità che io avevo intenzione addirittura di annullare” replica l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra in commissione Lavoro all’Ars.

A tratti con la voce rotta, l’assessore Scilabra s’è difesa addossando tutte le responsabilità del flop day alla dirigente generale, seduta a pochi metri, di fronte ai commissari e alla stampa che hanno assistito a un duro scontro. “Tutte le illazioni illustrate nella relazione della Corsello non saranno prive di conseguenze – ha tuonato l’assessore – Quei contratti, quegli affidamenti sono stati firmati tutti dalla dirigente Corsello. Il suo è un racconto parziale e inesatto”.

“Politicamente mi prendo le responsabilità di quello che avete definito il flop day. Ma non è fallito il Piano giovani, è solo crollato un server. Stiamo dando uno spettacolo raccapricciante – ha insistito alzando il tono della voce e rivolgendosi alla commissione – Io non ho parenti assunti da nessuna arte. Volete attaccare il Piano giovani o l’assessore Scilabra? Io ho trent’anni e voi governate da trent’anni”. Frase che ha scaturito la reazione dei deputati, in particolare Nello Musumeci: “Dica a chi si riferisce, definisca i suoi interlocutori e non faccia processi sommari”. E l’assessore: “Mi riferisco a tutti noi”.

Sul flop day, Scilabra ha poi aggiunto: “Ho subito chiesto scusa. Quei giovani sono miei coetanei. Io non voglio spogliarmi delle mie responsabilità. Questi sono stati i 20 giorni più duri della mia esperienza di assessore. A me interessava solo che il Piano riuscisse. Poteva farlo chiunque. L’attuazione non spetta a me”.

La sfiducia nel Pd nei confronti dell’assessore è crescente e un pezzo del partito ne chiede la testa. Posizione ancora più netta quella di Fi e Ncd, che ne chiedono le dimissioni, intenzionate a presentare una mozione di sfiducia in aula, mentre il M5s ha pronta una mozione di censura e invoca il ritorno al voto per staccare la spina “a un governo di carta”, come dice la deputata pentastellata Valentina Zafarana. La tensione è alle stelle.