Carabinieri-nuova19 L’acquisto di abiti griffati, l’installazione nelle camere della tv satellitare (Sky) per intenderci e del wi-fi per connettersi ad internet. Per rivendicare queste richieste, ieri mattina una ventina di cittadini stranieri tra cingalesi e senegalesi, tutte persone rifugiate o richiedenti asilo politico ospiti di una struttura di accoglienza che ha sede in via Nazionale e gestita dalla cooperativa Omnia di Favara, hanno dato vita a una veemente protesta. Tutto ha avuto inizio nelle prime ore del mattino quando gli ospiti della struttura si sono barricati in casa senza consentire a nessuno della cooperativa di accedere all’interno dell’immobile. In via Nazionale, sono quindi arrivati i carabinieri della Compagnia di Canicattì ed i colleghi delle stazioni di Castrofilippo e Racalmuto. In tutto una quarantina di militari dell’arma che durante le operazioni sono stati coordinati dal Capitano Salvatore Menta, comandante della Compagnia. I carabinieri, grazie all’aiuto di un interprete hanno ascoltato le richieste degli stranieri giunte sulle coste della Sicilia nei mesi scorsi con i tanti barconi carichi di profughi intercettati nelle acque del mediterraneo. La «trattativa» è durata qualche ora ed ha fatto registrare toni abbastanza accesi ma non si sono registrati disordini particolari. Poi, forse il timore degli immigrati, per l’alta presenza di forze dell’ordine li ha fatti desistere dal continuare. Soltanto nella tarda mattinata, le barricate sono state rimosse dagli immigrati permettendo in questo modo l’accesso all’interno della struttura dei carabinieri e degli addetti della cooperativa che li ospita. Questa è la seconda protesta nel giro di pochi mesi compiuta all’interno del centro. Lo scorso mese di gennaio, infatti, gli immigrati avevano danneggiato mobili e suppellettili scaraventandoli fuori dai balconi e dalle finestre. In quella occasione chiedevano che le autorità italiane accelerassero l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Carmelo Vella