“Lampedusa adesso chiede di essere considerato per quello che è: la porta d’Europa certo, ma anche e soprattutto un luogo nel quale potere vivere bene con spazi di bellezza da toccare con mano”. Il senso della visita lampo del presidente del Consiglio Matteo Renzi oggi a Lampedusa è racchiusa in questa frase. Un appello affinché Lampedusa possa essere rilanciata per le sue straordinarie perle paesaggistiche e naturali, e non sia esclusivamente sinonimo di immigrazione. Renzi, che era accompagnato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, è atterrato sulla maggiore delle Pelagie poco prima delle 16 di oggi venerdì Santo, e ad accoglierlo sotto la scaletta dell’aereo ha trovato il sindaco dell’isola, Giusy Nicolini, e il prefetto di Agrigento Nicola Diomede. Si è trattato della sua prima sortita sull’isola da quando è Presidente del Consiglio. In precedenza era già stato a Lampedusa nel dicembre del 2013, da segretario del Pd. Oltre al sindaco, Renzi ha incontrato alcuni rappresentanti dei cittadini nella sede del comune dell’isola, e a loro il premier ha detto che “Lampedusa deve essere un luogo vivo e vissuto, non è la periferia d’Italia. Quando siamo andati a Tunisi ci hanno detto: siamo più vicini noi all’Italia che Lampedusa. Per noi è così centrale oggi essere qui. Servono risposte concrete”. Quindi il premier ha tenuto una breve conferenza stampa, dalla quale ha lanciato un messaggio all’Europa: “Questa non è una lontana periferia lontana dagli occhi dell’Europa. Questo è un luogo di rara bellezza che ha unito la bellezza fisica e geografica dei luoghi alla bellezza dei propri abitanti. Che ha permesso di salvare centinaia di migliaia di vite. Guai a pensare che di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo si possa far finta di niente o essere superficiali. I lampedusani – ha proseguito Renzi – ci hanno insegnato come si fa a rimanere umani. Il compito di tutta l’Europa è affrontare le questioni tenendo insieme la nostra identità, la nostra cultura, con i nostri valori. E a Lampedusa lo sanno fare bene”. Accanto a Renzi c’era Giusy Nicolini, che ai giornalisti ha spiegato: “E’ una bellissima giornata per me e per Lampedusa. Non c’è nessuna emergenza, e il presidente è venuto per un solo motivo, Lampedusa. Colgo e accetto questo gesto come un gesto di grande attenzione e vicinanza a una comunità che deve ancora conquistare gradini di civiltà, di normalità, nella vita quotidiana, anche se ha saputo dare esempi di coraggio e fatica per anni. Abbiamo chiesto di continuare a starci vicino, sostenere con azioni concrete l’economia dell’isola. Quello che a noi serve è ridurre la distanza dal resto del Paese e dall’Europa. Un riscatto dalla frontiera”. Subito dopo la conferenza, Renzi ha raggiunto l’area marina protetta della spiaggia dei Conigli, dove si è soffermato una quindicina di minuti. Qui ha avuto modo di apprezzare uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo. Prima di riprendere il volo, infine, un ultimo passaggio alla Porta d’Europa: simbolo della straordinaria opera d’accoglienza realizzata dall’isola. In aeroporto una nota di colore. Il premier ha infatti ritirato e portato via la sagoma che lo ritrae, e che era stata lasciata alcuni mesi fa dal conduttore della trasmissione “Gazebo”, Diego Bianchi, per indicare come secondo “Zoro”, il premier non sarebbe mai venuto sull’isola.
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