E’ Aosta la provincia italiana con la migliore qualità della vita, Vibo Valentia la peggiore: è questo il quadro delineato dall’indagine annuale del Sole24Ore, che l’anno scorso vedeva al primo posto Bolzano e all’ultimo Reggio Calabria.

L’indagine, giunta alla ventisettesima edizione, ogni anno mette a confronto la vivibilità nelle province italiane su un’ampia serie di indicatori (aggiornati al 2015 e al 2016) articolati in sei settori d’indagine: Affari, lavoro e innovazione; Reddito, risparmi e consumi; Ambiente, servizi e welfare; Demografia, famiglia, integrazione; Giustizia, sicurezza, reati; Cultura, tempo libero e partecipazione.

Roma si posiziona al 13° posto, spinta dal valore del patrimonio immobiliare e dai flussi turistici legati al Giubileo. La provincia della capitale recupera così 3 posizioni rispetto al piazzamento dello scorso anno.

Molte le novità del 2016, volte a rendere più completo il quadro della vivibilità sul territorio, con una maggiore attenzione alle esigenze e ai problemi più attuali della collettività: il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacità di innovazione, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, la partecipazione civile.

Le sei aree hanno così acquisito una denominazione più inclusiva e i parametri da 36 sono saliti a 42. Alla fine è Aosta, per la terza volta in 27 anni di indagine (le precedenti nel 1993 e nel 2008) a salire sul gradino più alto dell’edizione 2016 Qualità della vita, forte soprattutto delle performance nei capitoli relativi all’economia, alla demografia e all’ordine pubblico. Al secondo e al terzo posto si confermano Milano e Trento; balzo in avanti per Belluno che dalla 17esima posizione del 2015 sale in quarta posizione.

All’ultimo posto ancora una realtà del Mezzogiorno, Vibo Valentia. Anche per questa provincia è un tris, ma in negativo: è risultata ultima già nel 1997 e nel 2005. Al penultimo posto Reggio Calabria (ultima nell’edizione del 2015). Nella classifica delle ultime cinque province spicca Crotone, che perde ben 17 posizioni rispetto all’edizione dello scorso anno e si posiziona al 106esimo posto.

Resta ampio il divario tra Nord e Sud, quello tra le province di maggiori dimensioni frenate dai nodi sicurezza e ambiente nel loro slancio in avanti, e spiccano le realtà medie o piccole – spesso beneficiate dall’autonomia – in evidenza come modelli di vivibilità.

Per quanto riguarda la Sicilia, ecco come si sono piazzate le province: all’82° postoRagusa che perde 4 posizioni, all’84° Enna che guadagna 9 posizioni, Messinaall’88° guadagna 16 posizioni, Agrigento al 90° guadagna 7 posizioni, Trapani al 91° guadagna 5 posizioni, Catania al 94° guadagna 1 posizione, Siracusa al 98° posto perde 8 posizioni, Palermo al 99° guadagna 7 posizioni, Caltanissetta al 100° posto guadagna 2 posizioni.

L’indagine del Sole24Ore sulla Qualità della vita ha anche una versione digitale: all’indirizzo http://www.ilsole24ore.com/qvita2016 sono disponibili sia le classifiche sia una modalità per “pesare” secondo le proprie preferenze i vari parametri utilizzati e cogliere con un click differenze e analogie tra le varie zone d’Italia.