censuraApproda sul quotidiano La Repubblica, da sempre attento ai problemi dell’informazione, il caso del “licenziamento” di Olga Lumia da Agrigentoweb dopo la pubblicazione di un link relativo a un politico agrigentino su Facebook. Pubblica sulla sua bacheca di Facebook un link preso da repubblica.it e il sito web con cui collaborava – era stata addirittura nominata vicedirettore quale giorno prima – la induce alle dimissioni: il link parlava del ministro Angelino Alfano (che è agrigentino). Lei è Olga Lumia, 39 anni, giornalista agrigentina che lavora a Roma e che aveva deciso di collaborare con una testata giornalistica locale (www.agrigentoweb.it) per non perdere il contatto con la propria città. La sua storia è stata raccontata nel gruppo giornalisti agrigentini aperto su facebook. “Quelli di Agrigentoweb – racconta – mi hanno proposto di collaborare e ho accettato. La mia collaborazione consisteva nell’inviare da qui un pezzo ogni dieci giorni. Non mi occupo di politica e ho scritto soltanto tre pezzi culturali in tutto. Dopo circa una setttimana dalla pubblicazione del mio primo pezzo, mi hanno nominato, a sorpresa, vicedirettore. La cosa, se da un lato mi ha gratificato, dall’altro mi ha infastidito molto. Ho aperto il sito e ho letto la notizia come tutti gli altri. Nessuno, infatti, mi aveva avvisato. Ma la cosa che mi ha spinto a dimettermi, è accaduta circa una settimana fa. Nella mia bacheca di FB, avevo condiviso un link su un vecchio pezzo de la Repubblica, che aveva come oggetto un politico.Sono stata ampiamente rimproverata da quelli di Agweb per quello che avevo pubblicato. Ho cercato di spiegare che la bacheca di FB è come casa mia: ci posso fare quello che voglio. Ma loro niente, non sentivano ragioni. Alcune persone, dopo aver visto quel link, ne hanno parlato agli editori e direttori di Agrigentoweb. Gridando allo scandalo. Ho persino fatto una lettera di scuse credendo di averli messi a disagio. Pensavo che la cosa fosse finita lì. Non era vero. Con un pezzo in prima, firmato dal direttore, sono stata accusata di attaccare il premier e i suoi uomini e sono stata volgarmente definita “cavallino rampante che fa cri cri”. Non mi restava altro che fuggire da un simile ambiente dove non c’è libertà di opinione, pensiero e parola. Dove ti controllano anche per ciò che fai in privato”. Le dimissioni di Olga, va da sé, sono state accolte, come recita un comunicato: “La Lumia ha comunicato la sua decisione che è stata accolta e non respinta”.

Fabio Russello (La Repubblica – 8 aprile 2009)