campagna-elettoraleTempo di campagna elettorale, tempo di dibattiti, programmi, progetti e promesse, col fine di ottenere l’attenzione e convincere un ipotetico elettore che dalla scelta che lui farà potrà dipendere il cambiamento; basta contare sulla persona giusta, quella che in quel momento ci sta parlando.
“Bella novità” starete pensando, “è quello che si è sempre fatto dacché è mondo!” Ma intanto gli anni passano, le Amministrazioni si avvicendano, … e il paese ruzzola giù nel suo lento declino.
È così difficile rilanciare il nostro paese? Perché ogni Amministrazione, dopo esser partita da tanti buoni propositi, si perde per via e conclude il suo quinquennio in più o meno deludenti risultati?
I candidati, in maggioranza sono persone che abbiamo già viste impegnate nel difficile lavoro del gestire la cosa pubblica, quindi, già sanno cosa li aspetta. Forse sperano anche loro che con qualche nuovo alleato o con un diverso candidato a sindaco qualcosa cambierà? Sappiamo tutti che nulla diviene dal singolo, ma dall’impegno e dalla coscienza comune, che tocca anche noi nel dover fare una scelta saggia e in alcuni casi coraggiosa, nel decidere, ad esempio, di dar fiducia non al parente, l’amico o il conoscente, ma ad un giovane sconosciuto, che ci sembra più adatto ed interessato.
Abbiamo l’obbligo di scegliere persone competenti e concrete che a partire dal giorno successivo all’elezione, l’8 giugno, facciano cambiare quella brutta aria di sfiducia e malcontento, facciano delle nostre richieste e delle loro promesse dei fatti e rinnovino giorno per giorno quel tacito accordo, stretto in cabina elettorale, tra eletto ed elettore.
Un invito vuole essere, quello di chiedervi maggiore impegno nel fare la vostra scelta, che miri al bene comune, evitandoci negli anni futuri di doverci lamentare dei nostri rappresentanti al governo cittadino e rammaricarci di aver creduto in loro, anche questa volta.
Infine vogliamo fare un appello a tutti i candidati, state vicini alla gente e soprattutto non dimenticatela dopo essere stati eletti.
di Salvatore Salerno