fabriz-gattiE’ stato rinviato a giudizio dal Gip del Tribunale di Agrigento il giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti.

E’ accusato di avere fornito false generalità per poter entrare, da “clandestino”, al Centro di accoglienza di Lampedusa.


Gatti in realtà si finse immigrato e restò per otto giorni all’interno della struttura. Poi descrisse sull’Espresso, con un ampio e dettagliato reportage dal titolo “Io clandestino a Lampedusa”, le condizioni disumane di vita nel Cpa e le presunte violenze a cui sarebbero stati sottoposti gli immigrati. Il processo inizierà il primo luglio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Alessia Geraci.
Il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi,  così aveva commentato l’incriminazione di Gatti: “Il nostro è un Paese in cui invece di eliminare lo scandalo dei centri di permanenza temporanea per gli extracomunitari, dove condizioni di vita inumane impediscono anche un minimo di tutela della dignità personale di chi vi è rinchiuso, si persegue penalmente il giornalista che è riuscito a denunciare lo scandalo stesso. Da anni chiediamo con forza al Ministro dell’Interno, alle forze di pubblica sicurezza e alle Istituzioni di consentire all’informazione libera di poter accedere ai Cpt per raccontare le storie, spesso drammatiche, di coloro che cercano migliori condizioni di vita nel nostro Paese.

Fabrizio Gatti ha fatto quello che altre colleghe e colleghi non sono riusciti a fare per l’ostracismo delle autorità: è riuscito a introdursi, declinando generalità non sue, nel Cpt più emblematico, ha raccontato gli orrori di un lager e le sevizie a cui vengono sottoposti numerosi extracomunitari.

Un’inchiesta giornalistica di grande significato civile e morale che onora la nostra professione. E’ davvero incredibile che si persegua il collega Gatti per il reato di aver dichiarato false generalità. In questo caso il rispetto rigoroso della legge non può essere invocato da chi impedisce l’accesso ai Cpt e da chi non persegue con determinazione quella minoranza di uomini delle forze dell’ordine che distribuiscono maltrattamenti e umiliazioni. Ho profondo rispetto per la magistratura e per chi svolge il difficile compito di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza, ma gli italiani hanno il diritto di sapere, di conoscere le distorsioni di un sistema che non garantisce nessuno e reca disonore alle Istituzioni”.

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