Si è concluso, presso la sede distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento, il processo nei confronti di un anziano di Grotte accusato di violazione delle normative sugli stupefacenti. Il giudice monocratico Luca D’Addario, dopo la consueta camera di consiglio, ha emesso il dispositivo contenente la sentenza di assoluzione, perché il fatto non sussiste, nei confronti di Calogero Carlisi di Grotte. I fatti si riferiscono ad alcuni anni addietro. L’uomo, nella sua abitazione di campagna, aveva coltivato circa 200 piante di Papaver sonniferum da cui si estrae l’oppio. A seguito di alcuni controlli delle forze dell’ordine, mirati a debellare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, gli agenti delle Fiamme gialle di Agrigento coadiuvati dalla brigata di Canicattì, trovarono nell’abitazione dell’anziano 200 piante di Papaver sonniferum
. Al proprietario del terreno fu subito contestata l’accusa di violazione delle normative sugli stupefacenti. Gli inquirenti inviarono tutta la documentazione alla competente procura della repubblica di Agrigento che apri un fascicolo giudiziario nei confronti del grottese. La difesa, composta dagli avvocati, Maria e
Gianfranco Pilato, è riuscita a dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti contestati dall’accusa. L’uomo infatti, era ignaro di cosa fossero quelle piante e comunque non sapeva di commettere un reato. Il giudice, Luca D’Addario, dopo la consueta camera di consiglio, ha emesso il dispositivo contenente la sentenza di assoluzione con formula ampiamente liberatoria