La Direzione Investigativa Antimafia ed il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza – G.I.C.O. di Palermo hanno sequestrato, in applicazione alla legge antimafia, beni per un valore complessivo di oltre 550 milioni di euro.
Il Tribunale di Agrigento, Sezione Prima Penale – Misure Prevenzione (presieduta dalla Dott.ssa Antonina Sabatino), accogliendo due autonome proposte avanzate, separatamente, dal Direttore della D.I.A., Generale dei Carabinieri Antonio GIRONE, e dalla Procura della Repubblica – DDA di Palermo, con il coordinamento del Dipartimento criminalità economica della D.D.A. del capoluogo siciliano, diretto dal dott. Roberto SCARPINATO, ha disposto l’irrogazione della misura di prevenzione patrimoniale nei confronti dell’imprenditore mafioso agrigentino CASCIO Rosario.
Il CASCIO, già condannato nell’ambito del processo “Mafia & Appalti”, con sentenza passata in giudicato, a sei anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso, per avere preso parte al noto “sistema Siino” – ideato dall’indiziato mafioso SIINO Angelo, “ministro dei lavori pubblici” di cosa nostra – il 2 settembre 2008, è stato, altresì, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Palermo, “poiché ritenuto responsabile di avere partecipato ad un sodalizio criminoso, organico a cosa nostra, al fine di acquisire il controllo di attività economiche e realizzare ingiusti vantaggi e profitti dal 1994 al 2008”.
In particolare, il mafioso CASCIO, secondo l’assunto accusatorio, ha gestito attività economiche e lavori in subappalto, nonché interessi imprenditoriali per conto di esponenti dei clan, assicurandosi il controllo monopolistico del mercato del calcestruzzo e del movimento terra.
Con la forza intimidatrice, derivante dallo status di mafioso, ha imposto, unitamente ad altri sodali, tale controllo sugli altri operatori economici del settore che, con prezzi estremamente concorrenziali, tentavano di inserirsi nelle forniture.
Lo stesso ha avuto, inoltre, rapporti con Filippo GUTTADAURO classe 1951, indiziato mafioso (fratello di Giuseppe cl 1948, medico, già reggente il mandamento mafioso di Brancaccio), coniugato con MESSINA DENARO Rosalia, sorella del noto latitante Matteo MESSINA DENARO.
L’imponente operazione che oggi viene conclusa ha interessato società operanti nel settore del commercio degli inerti, del calcestruzzo e degli appalti, nonché beni mobili ed immobili ed è il risultato di articolate indagini economiche e patrimoniali svolte sul conto del precitato CASCIO e delle società a lui riconducibili nell’arco degli ultimi trent’anni, che hanno consentito di accertare – tra l’altro – la sperequazione patrimoniale.
Sono stati sottoposti a sequestro prevenzionale:
– 15 tra ditte individuali e società di capitali operanti prevalentemente nel settore edilizio ed intestatarie, tra l’altro, di:
. 200 appezzamenti di terreno siti nelle province di Trapani e Agrigento;
. 90 fabbricati (appartamenti, magazzini e autoparchi), 9 stabilimenti industriali, tra cui diversi silos siti nel Porto di Mazara del Vallo;
. 120 automezzi (autovetture, pale meccaniche, camion, escavatori, ecc.),
nonché i seguenti ulteriori beni direttamente riconducibili a CASCIO Rosario ed alla di lui moglie anche per interposta persona fisica e giuridica:
– 60 appezzamenti di terreno siti nelle province di Trapani ed Agrigento;
– 80 fabbricati (ville, appartamenti, palazzine, autorimesse e magazzini) siti in provincia di Trapani ed Agrigento;
– 50 veicoli di differenti cilindrate;
– 1 imbarcazione da diporto.