Si è svolto ieri pomeriggio in Piazza Libertà, il sit-in di protesta organizzato da Legambiente per denunciare il grave incendio doloso che il 10 settembre scorso ha completamente distrutto il cimitero delle barche usate dai migranti del Vallone Imbriacole e la discarica comunale, provocando fumi tossici che hanno invaso il centro urbano per giorni. Armati di mascherine e cartelli, i manifestanti hanno sfilato per la via Roma e si sono poi concentrati nella Piazza Libertà, dove si sono tenuti gli interventi di Giusi Nicolini, responsabile locale di Legambiente e di Giacomo Sferlazzo (cantautore) di Arci – Askavusa. “Non è più tollerabile che in quest’isola l’incendio doloso possa costituire la modalità ordinaria di smaltimento illegale dei rifiuti nell’impunità e nell’indifferenza di tutti – ha dichiarato Giusi Nicolini – perché i gravissimi danni all’ambiente e alla salute produrranno effetti nefasti sia nell’immediato che nel tempo”. “Si tratta anche di un crimine contro la memoria – ha dichiarato Giacomo Sferlazzo – perché il patrimonio di barche, oggetti, documenti, che è andato distrutto, era una importante testimonianza della tragedia dell’immigrazione e del ruolo che Lampedusa ha avuto e ha come isola di accoglienza”. E’ stata sottolineata l’importanza della partecipazione attiva della società civile per ottenere la punizione dei responsabili a tutti i livelli e per porre fine all’illegalità ambientale che caratterizza l’isola di Lampedusa e sono state preannunciate ulteriori iniziative. Il sit-in, al quale hanno partecipato sia turisti che cittadini di Lampedusa, è poi continuato con una Jam-session musicale.

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