1. La Regione NON POTEVA concedere aiuti ai produttori di agrumi, in quanto l’attuale normativa comunitaria vieta espressamente qualsiasi ulteriore aiuto rispetto a quelli già previsti da Bruxelles, quantificabili in circa 1.300 euro per ogni ettaro di terreno coltivato ad arance.

L’assessore regionale Titti Bufardeci invece, non tenendo in alcun conto delle leggi comunitarie, la cui trasgressione però comporta ingenti multe, riferisce testualmente che “quel bando serviva per aiutare il settore agrumicolo attraverso l’acquisto di arance per beneficienza”.


2. Il succo d’arance non è previsto nel programma dei prodotti alimentari destinabili ad aiuti umanitari, come recita il regolamento CEE 3149/92, che sono solamente: biscotti, burro, farina, fette biscottate, formaggio tipo grana, latte a lunga conservazione o addirittura in polvere, pasta, confetture, zucchero e riso.

Pertanto il succo d’arancia previsto dal bando è un prodotto molto delicato e a brevissima conservazione – da tenere e distribuire refrigerato, e non può essere destinato né ad Haiti né in Italia se non a costi distributivi esorbitanti.

3.La Regione Sicilia ha commesso un gravissimo illecito svincolando alle due aziende aggiudicatarie, prima dei tempi previsti, le fideiussioni previste dal bando e che sarebbero dovute servire a garanzia della Regione stessa . Pertanto oggi la Regione non ha più alcuna garanzia che le aziende aggiudicatarie consegnino la quantità prevista di 4.000.000 di litri di succo d’arancia in confezione da 1 litro, né che ne consegnino la qualità prevista dal bando stesso.

4. Il bando è stato discriminatorio in quanto prevedeva un solo tipo di confezionamento in “Gable-Top”(un tipo di tappo particolare) per il succo prodotto che soltanto 2 aziende su 15 avevano.

Ecco perché nel ricorso è stato definito “bando fotografia”.

5. Il bando ha provocato una forte turbativa di mercato danneggiando tutte le altre aziende di trasformazione in quanto, come ben riferiscono i giornali, la Regione per favorire i produttori di agrumi ha acquistato 50.000 tonnellate di arance al prezzo di euro 0,25 / kg (con una spesa di euro 12.500.000) contro un prezzo di mercato di euro 0,12 /kg.

I contenuti del dossier sono presenti in un ricorso pendente preso il TAR di Palermo e Catania in attesa del giudizio di merito, nonché presso la Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti per l’accertamento del danno erariale e di alcuni eventuali reati penali.

Marcello Cacace

Presidente GGI Confindustria Palermo

Presidente CITRAG – Consorzio Italiano Trasformatori Agrumi

L’UFFICIO COMUNICAZIONE 335 7968086