Ha sbagliato la Camera di Commercio a premiare un’azienda appena condannata da un Tribunale per illegalità e scempi ambientali.

Di disgustoso c’è soltanto l’arroganza di Rocco Forte, che pensava che in Sicilia vigesse ancora la regola secondo cui “chi è ricco di denari e di amicizia, va in c..o alla Giustizia”.


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La vicenda del premio attribuito dalla Camera di Commercio al signor Rocco Forte non può passare inosservata, e non solo per l’intollerabile attacco che Rocco Forte ha ritenuto di sferrare a Legambiente Sicilia.

La prima questione attiene al ruolo che la Camera di Commercio vuole avere nella realtà agrigentina. Abbiamo apprezzato assai frequentemente le scelte e lo stile del presidente Messina. Ma dare un premio al Golf Resort tre settimane dopo che il Tribunale penale di Sciacca condanna i suoi responsabili per avere scempiato l’ambiente e il paesaggio, violando le prescrizioni concordate con la Soprintendenza di Agrigento, appare pura offesa a tutti gli agrigentini perbene che rifiutano le logiche di colonizzazione di chi pensa di potersi permettere tutto, anche di violare le leggi.

E, detto questo, non posso che aggiungere che di disgustoso, in questa vicenda, vi è innanzitutto l’arroganza del signor Rocco Forte che, a fronte appunto della condanna penale, pensa di potersi permettere di offendere Legambiente che, in nome della difesa del territorio, del paesaggio e della legalità, ha fatto si che il Tribunale di Sciacca – malgrado un contesto di favoritismi e di testimonianze reticenti e mendaci che offendevano la giustizia – ha sancito la responsabilità penale e la condanna dei signori Occhiolini e Baudille, ovvero del braccio destro e sinistro di Rocco Forte.

E Rocco Forte dovrebbe soltanto sentirsi umiliato a sapere che ad applaudire i suoi attacchi a Legambiente erano personaggi dello spessore del friscalettaro Lello Casesa, dell’ex sindaco Aldo Piazza e del compare dell’ing. Di Francesco, Giuseppe Gramaglia, ossia di persone che potrebbero raccontare tante cose in ordine all’amore per la legalità, l’efficienza e la buona amministrazione che ha caratterizzato la propria opera al Comune di Agrigento.

Non solo, ma credo di essere la persona più titolata a rispondere a Rocco Forte, perché non solo sono l’avvocato che ha rappresentato vittoriosamente gli ambientalisti al processo (assieme ai colleghi Daniela Ciancimino e Nicola Giudice), ma perché sono il “talebano” che più si è impegnato, all’interno dell’Associazione, affinchè Legambiente contribuisse costruttivamente e con senso di responsabilità all’approvazione del progetto del Golf Resort, nel segno dello sviluppo turistico con il minore impatto possibile.

Ma, evidentemente, qualcuno aveva detto a Rocco Forte che in Sicilia autorizzazioni e permessi non servivano a nulla, perché vigeva la legge del più forte e del più potente, ovvero si applicava quel famoso detto che dice “chi è ricco di denari e di amicizia, va in c..o alla Giustizia”. Ed è noto che per noi di Legambiente non è così.

Adesso pretendiamo le scuse.

Agrigento, 20 dicembre 2010

Avv. Giuseppe Arnone

Direzione Nazionale Legambiente

legale parte civile processo Golf Resort