Gli agenti della Squadra mobile di Agrigento hanno notificato un altro provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Antonio Russello, 26 anni, di Favara, attualmente detenuto nella casa circondariale di Caltanissetta. Russello è accusato di favoreggiamento a Cosa nostra con l’aggravante dell’articolo 7, e di aver favorito la latitanza del boss empedoclino, Gerlandino Messina, catturato lo scorso mese di ottobre in viale stati Uniti, a Favara. Russello, era stato arrestato sempre dagli uomini della Mobile, nell’operazione antidroga denominata “Hardom”assieme ad altre dieci persone, ritenute appartenenti ad un organizzazione dedita al traffico e smercio di sostanze stupefacenti. La citata misura è stata emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, Petrucci, su richiesta della Procura palermitana ( Fulantelli, Ravaglioli, Teresi). In particolare l’indagine a carico di Russello aveva un suo primo epilogo nella perquisizione domiciliare effettuata dalla squadra mobile il 17 novembre 2009. Nel corso della perquisizione furono rinvenuti presso l’abitazione del Russello, sita in via Bruccoleri, diversi oggetti, che avevano fatto pensare ad una precedenza presenza del latitante presso quell’immobile. Tra gli altri oggetti fu sequestrata una lametta da barba sulla quale fu esaltato un profilo genetico diverso da quello di Russello. Successivi accertamenti, prima sul dna della madre del latitante e poi di Messina (successivamente alla sua cattura) hanno confermato l’identità tra i due profili e dato la certezza della presenza del boss empedoclino presso quell’abitazione. La misura cautelare notificata ieri conferma quindi sia il legame dell’ex latitante con il territorio di Favara, dove si era evidentemente rifugiato già prima della sua cattura, sia i legami di Russello con gli ambienti criminali empedoclini. Come emerso infatti nell’indagine Hardom Russello era proprio il punto di riferimento di Prestia, il cognato di Messina Fabrizio per lo spaccio di droga a Favara.