Ci sarebbe una sorta di racket del cassonetto, dietro ai tanti incendi, che, con una frequenza, mandano in fumo decine e decine di contenitori per la raccolta dei rifiuti. E’ stato il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Mario Di Iulio, a dare la sua interpretazione, sulla dimensione del fenomeno, che in provincia di Agrigento, sta assumendo numeri impressionanti. Qualcuno durante le ore notturne brucia i cassonetti, con il solo fine di farli riacquistare. In pratica c’è un business del cassonetto dietro i roghi. Ad agire sarebbe una banda dedita ad appiccare il fuoco ai contenitori per scopi economici. Ed ha espresso preoccupazione il colonnello Di Iulio, per il dato collegato ai danneggiamenti e agli attentati incendiari, consumati tra il giugno 2010 e il mese di maggio 2011, in provincia di Agrigento, in linea con i dati dello scorso anno: si parla di 1.888 danneggiamenti e 227 atti incendiari. Tra questi ultimi, molti riguardano, appunto i cassonetti della spazzatura. I roghi dei contenitori sono segnalati un pò ovunque nel territorio agrigentino, pare, che il riferimento maggiore da parte dell’ufficiale dell’Arma, è verosimilmente diretto all’ondata di incendi divampati nel licatese, con oltre 200 cassonetti bruciati in pochi mesi. Un dato allarmante che la dice lunga sul livello di un’attività criminale, fino ad alcuni anni fa, poco diffusa nella nostra zona. Due mesi addietro in una sola notte, a Licata, sono stati dati alle fiamme una trentina di cassonetti. Mediamente ogni cassonetto in polietilene o in ferro è di costa circa 300 euro. I cassonetti, inoltre, sia in polietilene o in ferro, diventano inutilizzabili se incendiati. Il fenomeno degli incendi dei cassonetti purtroppo condiziona la qualità dei servizi erogati dalla nostra azienda con costi aggiuntivi che inevitabilmente ricadono sulla collettività. Per bloccare il fenomeno non bastano i controlli; e nemmeno le campagne di sensibilizzazione. Resta la via della repressione: ma sarà difficile sorprendere un individuo intento a bruciare i bidoni. Dunque, come ha aggiunto Di Iulio, servirebbe più collaborazione dei cittadini.