Quando ero caruso mio padre e mia madre aspettavano ‘u venneressantu come una cosa importantissima.
La prucissione che partiva da Santuddecu, le statue di Gesù con un abito rosso ed una faccia scantusa, della ‘Mmaculata, della Veronica, della Maddalena e di San Giovanni. All’una precisi partiva ‘u mascuni che annunciava a tutto il paese che ‘u Signuri stava niscennu, ma tutti noi arrivavamo a mezzogiorno già allicchittati dopo che mangiavamo la pasta a la milanisa (ma poi vorrei capire che ci trasi Milano con le sarde, il finocchietto sarbaggio, il pane abbrustolito, la passulina e i pinoli…) il tempo di cominciare a pizzuliare simenta, ciciri e nuciddri ( e pure la mela zuccarata).
Aspettavo pure questa bella giornata perché mio padre mi accattava la palla di pezza e serratura attaccata con la lastica (mia madre invece s’arrabbiava perché poi quando tornavo a casa facevo dannu). E mi accattava pure lu palluni colorato che dentro c’erano li italeddra che scruscìvanu…
Per arrivare da Santuddecu al Cravanio ci stàvamu due ore…e Patri Avanzatu aveva il tempo di ricitari due rosari, lu Gloriaeppatri, e la banna di Camascia mi faceva arrizzare le carni con i colpi di rancascia ed il trombone che pariva una nave in partenza…
Alle quattro e mezza precisi lu Signuri era crucifissu, Patri Avanzatu ancora predicava, ma la gente se ne andava al bar, a passiàri, a bere nelle putìe di vino; masculiddri e fimmineddri invece andavano al corso a licchiari, ‘ngignavanu li vistini e li scarpi nuovi, i masculi sul marciapiede del Bar Italia, le fimmine su quello di fronte sempre a camminare e mai a fermarsi…
Ma la cosa più bella del venneressantu era la sera, a fine prucissioni, davanti a Santuddecu. Patri Avanzatu faceva una predica di un’ora e ci raccontava il sacrificio di Cristo e tante altre cose, ma noi avevamo tutti la testa a la Spartenza.
Li ‘mmiriachi facivanu li lamenti, Munna inchiva le briosce e lu ‘zi Sariddru l’orbu vanniava “li cirricici”…
Vedere la statua della ‘Mmaculata che curriva mentre Gesù morto veniva trascinato indietro era uno spettacolo, e cominciavano ad andare e venire fin quando la povera Madre si rassegnava, si calava e vasava il Figlio oramai morto e Lui trasiva a Santuddecu che era la sua cripta.
La spartenza, aspittàvamu un anno per la spartenza…altro che tilivisioni, quello era un firm…
Macari il sindaco nuovo che poi è quello vecchio potrebbe pensare di fare due o tre Spartenze all’annu: tutti avremmo a che pensare e ni scurdassimu le cose rugnusi che ci atturranu la testa ogni giorno.
Alle prossime elezioni io voto chi si porta a sinnacu e ci mette tre spartenze l’annu! Parola di Masciantò…