Con questo bel libro scritto da Michele Cimino e Rosanna Restivo inauguriamo oggi un nuovo appuntamento con i lettori di canicattiweb.com.

Sul comodino è una nuova rubrica dedicata al mondo dei libri e della cultura.


Una rubrica forse un po’ in controtendenza visto che oggi in Italia si legge sempre meno e il numero di librerie che cessano l’attività è sempre in aumento.

Ma noi ci conoscete bene.. siamo degli inguaribili romantici e proprio per questo abbiamo deciso di dedicare questa rubrica a tutti i nostri lettori che amano come noi il buon odore della carta stampata e adorano tuffarsi nelle avventure di cellulosa.

Il libro che ho deciso di raccontarvi oggi credo sia un libro che ha qualcosa di speciale ma non per i motivi che state immaginando, infatti non si tratta dell’ennesimo thriller alla Dan Brown, non me ne voglia il professor Brown di cui peraltro sono un lettore; è speciale perché leggendolo ho riassaporato un gusto particolare che ormai da anni è scomparso dal menù della nostra politica.

Questo libro sa di entusiasmo e di grande passione.

Questo libro è scritto da due persone che amano la loro terra e hanno voglia di raccontarla ai loro conterranei ma non con i soliti toni disfattisti e disincantati, piuttosto questo libro è un accorato appello a tutti siciliani affinchè aprano gli occhi e si rendano conto che la nostra terra è in ostaggio di un gruppo di persone che vogliono calpestare i nostri diritti e renderci cittadini di serie “B.”

Quello che gli autori vogliono dirci alla fine del lungo racconto sugli ultimi episodi che hanno caratterizzato la vita politica siciliana è semplice: è arrivato il momento per tutti i siciliani di ritornare attori protagonisti della vita politica e non più spettatori passivi che subiscono le decisioni di altre persone che non conoscono la Sicilia e la drammatica realtà con cui ci confrontiamo quotidianamente.

La Sicilia prima di tutto è un libro che racconta la politica ma non è stato scritto per gli addetti ai lavori, è un libro che parla la lingua della gente comune e vuole spiegare in realtà cosa sta succedendo alla nostra tanto amata isola.

Consiglio a tutti di leggerlo per iniziare un percorso di riflessione sul nostro futuro.

A proposito di futuro vorrei lasciarvi con una bella frase di Alan Key, un informatico statunitense.

Ad un giornalista che gli chiedeva se era possibile per un uomo predire il futuro rispose: “il miglior modo di predire il futuro è inventarlo.”

Il nostro da oggi è ritornato nelle nostre mani. Speriamo sia la volta buona.

Vincenzo Sciabica