Non si placano le polemiche a Campobello di Licata sul nuovo parroco della chiesa di Lourdes, don Francesco Burgio, che a breve si avvicenderà ufficialmente a don Liborio Giordano, guida storica della comunità cattolica per oltre 50 anni, di seguito la lettera aperta inviata da Diego Montaperto all’Arcivescovo di Agrigento Franco Montenegro:

Eccellenza Vescovo di Agrigento Monsignor Montenegro,

mi chiamo Diego Montaperto, ho 50 anni, campobellese, sposato, tre figli, funzionario regionale.

Non sono qui per parlare di me, anche se era necessaria una minima presentazione.

Ciò che conta in questa mia, con la quale mi intrometto nella Sua giornata piena di impegni sperando di cogliere viva e durevole la Sua attenzione, è che da sempre la “mia” Parrocchia, la “mia” comunità è stata quella della B.M.V. di Lourdes.

Lì ho ricevuto i primi sacramenti; lì per anni io e molti altri giovani siamo cresciuti nell’associazione cattolica, lì ho conosciuto e sposato mia moglie e battezzato i miei figli.

E’ per questo che sento profondamente mie le vicende di una Comunità che da anni cammina, talvolta corre ed inciampa, ma che sempre si rialza di fronte alle alterne vicende che Dio le sottopone come prova.

Arrivo al dunque, che peraltro si sarà già immaginato.

L’avvicendamento tra Padre Giordano e Padre Burgio.

Le premetto che, chi Le sta scrivendo, Le scrive a titolo strettamente personale anche se da circa cinque anni faccio parte del consiglio per gli affari economici della parrocchia.

Rispetto la linea che la Comunità della parrocchia B.M.V. di Lourdes ha deciso di adottare sull’argomento in questione (indifferenza), ma oggi sento il bisogno di esprimerLe alcune cose in modo personale, più…diretto e, forse, meno mediato dagli inevitabili formalismi o dai toni necessariamente “ecumenici” che una Comunità deve adottare quando parla “istituzionalmente” con il proprio Pastore della Diocesi.

La prego, pertanto, di capirmi ed eventualmente, anche di scusarmi e perdonarmi per l’inevitabile schiettezza e passionalità con la quale tinteggerò queste mie righe…

Padre Giordano nella nostra Parrocchia ha rappresentato tutta la storia, infatti sono trascorsi solo pochi mesi dalla ricorrenza del 50° anniversario della Parrocchia, festeggiamenti peraltro non avvenuti per i dissapori creatisi in seno alla parrocchia stessa.

Non voglio, in questa sede, parlarLe troppo di Padre Giordano e di quello che ha fatto o non ha fatto e come ha portato avanti la parrocchia in questi cinquanta anni, di queste cose parla una comunità presente e impegnata nelle numerose attività parrocchiali e le opinioni della gente della comunità campobellese.

Vorrei invece parlarle del diritto di un cristiano, di poter ancora sognare, nel terzo millennio, una Chiesa che non sia sistema di potere ed impenetrabile gerarchia ma che sia Famiglia, dove ci si confronta, ci si parla, ci si comprende, dove ogni tanto il papà spegne la televisione ed ascolta i figli.

Del diritto di un cristiano, peccatore e piccolo come me, di rimanerci davvero male e, perché no, anche di… indignarsi di fronte al comportamento di un Vescovo che, in contrasto con la Sua comunità, prende delle decisioni dirompenti e devastanti per la comunità e per la Chiesa (Tutto il paese parla e sparla a sproposito di questa vicenda).

Una Chiesa – intesa qui come sistema e gerarchia di uomini – che non riesce ancora a condividere i propri percorsi con coloro ai quali questi percorsi poi chiede di condividerli (i laici), che non riesce a spiegare i come ed i perché di certe scelte, perché troppo spesso i perché non sono chiari e trasparenti e quindi il confronto con la gente, che dovrebbe venire naturale e spontaneo, diventa poi difficile e pericoloso.

Lei si chiederà quali sono state le motivazioni e le indignazioni che mi hanno indotto a scrivere questa lettera.

Per maggiore intelligibilità le riassumo i fatti: una sera, in forma urgente, è stato convocato il consiglio per gli affari economici della Parrocchia B.M.V. di Lourdes perchè doveva venire un emissario di S.E..

Il motivo della convocazione era: passaggio di consegne temporaneo. Il consiglio l’ha saputo solo in parrocchia alla presenza del Vicario e del Responsabile Economico della curia.

Alle perplessità mostrate da un membro del consiglio e rafforzate da tutti i presenti, sull’inopportunità che tali operazioni avvenissero quella sera, stante che palesemente Padre Giordano in quel momento non era nelle condizioni di intendere e di volere, tuttavia il Vicario assicurava che ” le consegne erano un atto provvisorio, che ove Padre Giordano si fosse rimesso entro breve, sarebbe ritornato tutto come prima”.

Da quel momento e fino alla fine, circa due ore, c’è stato un interrogatorio ispirato e persistente, incuranti della difficoltà che aveva Padre Giordano a capire quello che gli stava accadendo attorno e, questa è stata l’impressione dopo che gli è stata fatta aprire la cassaforte, alla ricerca di non so che cosa.

Dopo il ritrovamento, ci hanno congedato dicendoci che dovevano parlare di cose che noi non potevamo sentire.

Lasciamo perdere i nostri pensieri del momento, ma quello che è avvenuto dopo è stata la cosa peggiore, mi balza alla memoria un passo del Vangelo di Matteo cap. X,16-20 che mi piace ricordare:

I missionari saranno perseguitati.- Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

Si parla a sproposito di tutto e di tutti, non curanti del male che si fa alla Chiesa di Dio e alle sue Istituzioni.

Anziché chiudere tutti i discorsi perversi si alimentano, un fatto conosciuto a pochi e diventato di dominio pubblico.

La comunità turbata s’interroga e dà giudizi personali pesanti e sintetizza il tutto con un detto siciliano “di li parrini viditi la missa e stoccaci li rini”.

Saputo Lei delle lamentele (ed altro) da parte della comunità parrocchiale e campobellese, dopo tre mesi, ha convocato il consiglio pastorale e il consiglio per gli affari economici della parrocchia, comunicando poi, sentito le opinioni dei presenti, che non ci sarebbe stata né la festa del 50° anniversario della parrocchia né alcuna nomina a parroco fino al momento in cui non ci fosse stata una totale riconciliazione tra Padre Giordano e Don Burgio.

Falso, il destino di Padre Giordano era già scritto in terra, così come San Matteo al Cap. 26,3-5 ha scritto di Gesù:

Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire. Ma dicevano: «Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo».

Non vorrei essere frainteso, non sono contrario all’avvicendamento, ma sono indignato per come è avvenuto, sdegnato di tutte le dicerie che sono state alimentate dall’interno dell’Istituzione religiosa e dispiaciuto dal modus operandi adottato nel voler nominare a qualsiasi costo il sac. Burgio, anche al costo di disperdere le pecorelle.

Non si possono prendere in giro le persone, sono queste le cose che danno fastidio e che mettono in crisi di…cittadinanza il cristiano nella Chiesa.

Certi avvicendamenti andrebbero gestiti diversamente e la gente–popolo di Dio va ascoltata. La Chiesa cattolica non ascolta il suo popolo quasi mai. Sembra che il carisma del comando, del discernimento e della certezza della verità lo abbiano solo le gerarchie: il papa, i vescovi e i sacerdoti. E questa è un’offesa nei confronti del popolo di Dio, anch’esso battezzato, con un ruolo e una vocazione».

Vorrei parlarLe del diritto di un cristiano, di avere oggi (e domani…) una Chiesa vera, per sé e per i suoi figli.

Una Chiesa che ancora ci troviamo, nonostante tutto, a “difendere” nel mondo della vita “normale” e che ogni domenica professiamo ancora come “Una, Santa, Cattolica ed Apostolica” ma che, al di là dei discorsi o dei proclami (che oramai conosciamo a memoria), nelle testimonianze di tante, troppe piccole e grandi cose di tutti i giorni, assomiglia sempre meno al Vangelo e a Cristo Amore.

Vorrei parlarLe della voglia dei cristiani di levare pugni stretti e serrati, alzati al cielo, in vana attesa di un dialogo vero ed aperto, che sembra impossibile o quantomeno improbabile… del sentirsi sempre più stranieri in quella che una volta era terra amica, la Chiesa…madre, e troppo spesso, matrigna.

Conosciamo tutti le logiche del mondo del lavoro, delle multinazionali, dell’impresa: spesso queste logiche sono dure, spietate e totalmente inumane.

Ma si sa, il mondo stritola e si sa chi è il “signore” di questo mondo…

Ma la Chiesa no, non l’accetto.

La Chiesa è immagine di Gesù sulla terra e Gesù è Amore purissimo.

Certo, la Chiesa è imperfetta, è formata da uomini e per questo fallaci…

Gesù stesso per mezzo di San Matteo al Cap 23,25-26 ci ha ammonito:

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!

Ma siamo in altro contesto, dobbiamo navigare in altre onde , in altri stili, in altri percorsi.

Per me, che sono felicemente padre e che vorrei che un domani i miei figli non chinassero sempre il capo in modo “filiale” di fronte a scelte mie sì, ma forse anche sbagliate o affrettate, lasciandoli liberi di dire la loro e aiutandomi così a riflettere, con rispetto ed amore, se non è magari il caso di ripensarci, per me non ha senso chinare il capo di fronte ad un qualcosa che non capisco e che quantomeno non mi è stato spiegato, e che non sembra avere altra logica che quella di voler “conformare” un giovane innamorato di Gesù in un tiepido e “conformato” triste servo (inutile….) della Chiesa e delle sue regole.

Pensi, Eccellenza, che io, cristiano peccatore e piccolo, piccolissimo, sono qui a chiederLe il gesto che nessuno Le ha chiesto perchè lo ritiene “impossibile”, il gesto che nessuno si aspetta, il gesto alto, intelligente, umile, profondo e tipico dei grandi uomini, che è quello di tornare sui propri passi, rivedere le proprie scelte, dire con un lieve ed illuminato sorriso “ho… sbagliato, parliamo assieme”.

Perché anche Pietro ha rinnegato tre volte e poi ha pianto contrito, perché anche Tommaso non ha creduto sulla parola e poi ha fatto la professione di fede più bella della Storia, perché anche il grande Papa Wojtyla (Santo subito) ha detto, appena arrivato,…”se sbaglio, mi corrigerete”.

Concludo questa mia lettera, ringraziandoLa di essere giunto fino a qui nella lettura e dell’attenzione prestatami, Le confesso che scrivendo un po’ di “sana incavolatura” iniziale mi è passata, non sono solito scrivere a Vescovi e Monsignori e per cui ho dovuto anche io necessariamente filtrare le emozioni al setaccio delle parole e della sintassi.

Non la faccio più lunga di così.

Gradirei una risposta e ne sarò onorato.

Se queste mie righe l’avessero solo irritato, indispettito o addirittura offeso, ecco: non era quello il mio intento, e comunque me ne scuso profondamente ed in anticipo.

Ne sarei dispiaciuto, questo sì, perché in quest’ultimo caso il mio smarrimento su di una crisi di “cittadinanza” aumenterebbe, non sapendo a questo punto dove rifugiarmi e dove trovare possibilità di confronto, se non nella Chiesa, ma…. davvero in quale Chiesa?

Non resterebbe che volgere lo sguardo verso il Cielo, affidarsi a Lui e chiedere: “…Signore, da chi andremo? “

Avrei davvero timore solo dell’indifferenza, della freddezza e del silenzio, che è la tomba del dialogo, dell’amore e la fine di ogni percorso.

Spero che non sia così.

Anzi, ne sono certo.

La ringrazio ancora per l’attenzione e La saluto,

Campobello di Licata 19 ottobre 2011

Cordialmente Diego Montaperto, ex parrocchia B.M.V. di Lourdes, oggi Coop. ISTAS.

P.S. – I grandi teologhi della parrocchia B.M.V. di Lourdes hanno messo in giro la voce, e ammoniscono, che la messa celebrata la domenica da Padre Giordano presso la Coop. ISTAS non vale come obbligo dei cristiani a partecipare alla S. Messa ogni domenica e nelle altre feste di precetto. Per favore intervenga Lei finchè si è ancora in tempo.

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