Ferve il dibattito politico dopo la “sfiducia” a Michele Termini, ex sindaco. Interviene il Pdl. “Si è trattato di un epilogo certamente necessario e da tempo preannunciato di un’amministrazione che ha dato scarsa prova di concretezza e di capacità nel gestire un paese pieno di problematiche ma di altrettante risorse che attendono ancora di essere valorizzate – sostiene il direttivo Pdl. Tra cui Angelisa Falsone (foto), Lillo Bugio e Salvatore Scibetta -. Il Pdl di Campobello di Licata aveva inizialmente appoggiato la candidatura di Michele Termini a Sindaco, essendo stato egli stesso fra le file del Pdl ed apparendo capace di portare una ventata di novità e miglioramento a questo paese. Ma come spesso accade, l’apparenza inganna. Infatti, sembra utile ricordare che dopo essere stato eletto Sindaco di Campobello di Licata, Michele Termini ha lasciato le file del Pdl per schierarsi con l’Udc, alterando certamente gli equilibri che si erano creati in seno all’amministrazione comunale”. “Tant’è che progressivamente in tutti i consiglieri comunali è stato ravvisato uno stato confusionale di indirizzo programmatico, determinato certamente da una mancanza di riferimenti ideologici e politici, causando problematiche di riflesso nell’amministrazione attiva e dunque creando una situazione di stallo gravosa per i cittadini – aggiungono -, delusi dall’avvicendamento di questi baratti che hanno condotto all’annullamento del Pdl e alla mancata realizzazione del programma elettorale. Per tali motivi, il 4 gennaio 2011, l’assessore allo sport e alle attività produttive del tempo, Calogero Burgio del Pdl, ha preferito rassegnare le proprie dimissioni”. “Quanto è accaduto pertanto risulta essere la naturale e spiegabile conclusione del mandato di cui era investito Michele Termini e dunque di un’amministrazione che ha voluto fare soltanto politica pronunciando molti no ma probabilmente formulando anche molti si – concludono -. Pare dunque opportuno soffermarsi a riflettere su quanto è accaduto e sperare che in futuro si possa imparare dagli errori commessi”.

Giovanni Blanda