L’immobilismo fattuale nel suo mantenersi saldo nel nostro territorio perviene a vincolare il singolo nelle sue aspirazioni alla libertà, all’integrazione e alla giustizia sociale. Il problema è tutt’altro che semplice e diventa più grossolano e palese nel risaldarsi tipico della Sicilitudine. Come scriveva Tomasi di Lampedusa è un lungo sonno quello che i Siciliani vogliono, in un risvegliarsi estemporaneo e ardente ricolmo della potenza reazionaria di questo popolo. Niente si crea, niente scompare tutto è organico e connaturale ad un lungo ed estenuante dormiveglia. Ma questa stessa gente sa sollevarsi, scuotersi, come l’Etna, che appisolato per lungo periodo, solerte si erge rischiando di ingurgitare tutto e tutti. Aragonesi, Borboni, Normanni, Arabi, tutti, hanno solcato queste nostre steppaglie; passeggiando tra il tempio di Ercole e quello della Concordia, tra i mandorli, i limoni, tra gli olivi che sono i veri padroni dell’isola. Scuotersi è la parola d’ordine e a Naro alcuni giovani hanno intenzione di farlo. Per fare della lotta alla Mafia, del lavoro, dell’immigrazione, della equanimità sociale punto cardine del loro programma alcuni naresi si riuniscono in un circolo Arci dedicato a “Peppino Impastato”. Militante politico e giornalista, Giuseppe Impastato ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia; figlio di un capo clan degli ambienti mafiosi di Cesare Manzella, l’uomo che vide nel traffico di droga una nuova fonte di lucro per Cosa Nostra, Peppino fu assassinato il 9 Maggio 1978 sulla tratta ferroviaria Cinisi – Trapani. Colpevole dell’omicidio venne indicato il boss Gaetano Badalamenti condannato sia in America che dal Tribunale di Palermo.  Ora, parlando con i soci-fondatori del movimento narese si riflette la voglia di affrontare i problemi reali del territorio senza demagogia e qualunquismo: i beni comuni, la scuola, la società, la lotta a Cosa Nostra sono le linee guida del nuovo movimento narese. Smuoversi anche cercando di dar vita ad una entità culturale, oltre che sociologica, è nelle prerogative del nuovo Arci Narese. Intanto si è creato nel social network Facebook un gruppo aperto e un sito si appronta per chi volesse ricevere maggiori informazioni. Un giornale online diventerà l’organo mediatico del movimento naritano trovando nelle possibilità di internet la sua vera natura. In periodo primaverile vi sarà la prima riunione che prenderà in esame i primi rudimenti di carattere pubblicitario e lo statuto. Una sede non è ancora attiva ma il coordinamento intende trovare una propria collocazione prima della suddetta riunione ecistica. Tra le prerogative del comitato la creazione di un presidente che avrà funzioni rappresentative dacchè le approvazioni sulla linea di sviluppo dell’associazione saranno prese a collegio riunito. Parla Francesco Malluzzo, studente di Liceo che si sta adoperando perchè il progetto vada in porto: ” La necessità di un organizzazione che rifletta e si confronti sulle tematiche di attualità – sia locali che nazionali – è palese, le energie migliori devono coadiugarsi per dare uno spiraglio di vivacità culturale al nostro territorio”. “Naro – continua il Malluzzo – è da sempre inserita nelle problematiche e nelle difficoltà in cui versa la Sicilia intera; la recente fiaccolata e i problemi dell’agricoltura, oltre gli ecomostri costruiti in prossimità della diga S. Giovanni, sono alcuni sintomi di un disagio ormai comune nei  cittadini naresi a cui speriamo di dare risposta”. Dello stesso avviso anche Mariagrazia Ferraro e Pietro Caruana che sollecitano ad un nuovo corso per la situazione socio-culturale del paese. “L’emigrazione dei giovani – dice Pietro Caruana, studente di Ingegneria all’Università di Catania – è ormai la connaturale linea perseguita, tralasciando, dunque, di dare al territorio quel contributo materiale e di idee di cui tanto si necessita”. ” I beni comuni – commenta Baldassare Bonsignore – come la privatizzazione dell’acqua – in contro all’esito referendario – e la campagna antinucleare e antimilitarista sono insite nella discussione del nostro collegio che vedrà come rapportarsi ai casi di S. Stefano di Quisquina e Niscemi” Poi c’è la lotta alle organizzazioni criminali il cui racket pauperizza l’economia del paese a cui il movimento volge lo sguardo e spera di dare il proprio contributo. Le prospettive e gli annunci sono positivi ora si aspetta che l’iniziativa vada in porto. Da parte di chi scrive i migliori auguri per un’associazione che vada ad intensificare la vita politica, ormai abulica, della città di Naro.

Francesco Rotondo