Il sindaco di Licata, Angelo Graci e la giunta comunale, appoggiati anche dall’amministrazione di Palma di Montechiaro, hanno installato una tenda davanti all’ospedale ”San Giacomo d’Altopasso” per protestare contro la chiusura del punto nascita del nosocomio licatese. Le due amministrazioni hanno spiegato che ‘la tenda rimarrà dinanzi l’ospedale fino a quando l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo non incontrerà i rappresentanti dei due Comuni. “Se non verremo ricevuti dal rappresentante del governo regionale, sposteremo la protesta, ci incateneremo davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Sanità – ha detto il sindaco Graci -. Chiederemo anche un incontro al commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento al quale chiederemo il sostegno della nostra causa”. Il primo cittadino di Licata ha invitato le organizzazioni sindacali, le associazioni sociali e di volontariato, le forze politiche locali, provinciali, regionali e nazionali ad appoggiare la lotta per il mantenimento dell’importante servizio sanitario, abitualmente rivolto ad una popolazione di oltre 70 mila abitanti che durante il periodo estivo supera abbondantemente le centomila unità.
Il Vicesindaco di Licata Giuseppe Arnone interviene dopo la protesta della Giunta di Licata e di Palma sulla soppressione del reparto di ostetricia e ginecologia: “Lo dico fermamente e con molto ardore, la battaglia sulla chiusura del punto nascita del “San Giacomo d’Altopasso” di Licata è una battaglia che un intero comprensorio vuole vincere non per una sfida tout court contro il Governo Lombardo e l’Assessore regionale alla sanità Russo. Ne è prova l’unità di intenti con la Giunta di Palma e il sit.in di protesta con tanto di tenda, perché ribadisco la sanità e i servizi al territorio non possono attuarsi con la calcolatrice in mano penalizzando circa 80 mila utenti che abbracciano sette comuni. Se il Governo non vuole fare passi indietro e sta dimostrando protervia e ostracismo, sappia che il Comune di Licata metterà in campo tutti gli strumenti previsti dalle leggi e dall’ordinamento giudiziario”.
Già in data 02 marzo il Comune attraverso l’ufficio legale e l’Avvocato Burgio ha depositato il ricorso al Tar per bloccare l’attuazione di un decreto fortemente iniquo. E non ci fermeremo alla battaglia amministrativa, faremo una battaglia politica e sociale che trasferiremo assieme i colleghi dei paesi viciniori a Palermo. Invito caldamente le associazioni e il cittadino comune di tutto il comprensorio a seguirci in questa battaglia civile e per un diritto sacrosanto a poter fare nascere i bambini in un ospedale che è un punto di riferimento per Licata e dintorni. Se l’Assessore Russo è convinto che il processo di destrutturalizzazione del nosocomio licatese avverrà a colpi di decreti e piani di rientro ha sbagliato il modo di operare, perché renderemo non solo la vita dura, ma diremo a chiare lettere i veri motivi di questa chiusura che appare avventata e poco ragionata.”