“Il comune di Canicattì non poteva sostenere le spese per il pagamento dell’affitto degli uffici che ospitano la Serit ed inoltre farsi carico anche di quelle relative al costo di luce, internet e telefono. Più volte abbiamo chiesto ai dirigenti dell’agenzia di riscossione delle tasse in Sicilia a rivedere la loro posizione ma i nostri appelli sono rimasti inascoltati”. A parlare è il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, dopo la notizia ufficiale che il prossimo 18 giugno in città chiuderà definitivamente l’agenzia della Serit con il trasferimento degli uffici nel capoluogo Agrigento e degli impiegati in altre sedi della provincia e della Sicilia.

«Il nostro ente- ha aggiunto il capo dell’amministrazione comunale- ha avuto decurtati da parte di Stato e Regione, i trasferimenti in maniera drastica ed in un momento di grave crisi non potevamo accollarci le spese che venivano richieste da Serit per mantenere il servizio attivo. Inoltre, la società ha deciso di lasciare Canicattì, nonostante avesse una percentuale sulle tasse che venivano riscosse per il nostro comune. A supplire al servizio svolto da “Serit” in città – ha aggiunto Vincenzo Corbo – ci sarà uno sportello che verrà attivato all’interno della sede dell’Agenzia delle Entrate. Posso assicurare aggiunge – il capo dell’esecutivo cittadino -che sarà attivo due giorni a settimana e vedrà giungere a Canicattì un impiegato della società dal capoluogo che in questo modo soddisferà tutte le richieste di informazioni che giungeranno dagli utenti».

«Nei giorni scorsi – ha detto Corbo riferendosi al Tribunale – abbiamo investito della questione il Ministro della Giustizia Paola Severino tramite il capo di gabinetto il dottor Gigi Birritteri al quale ci siamo rivolti. Infatti, il comune di Canicattì ha un contratto di locazione con i proprietari della sede dove si trova il palazzo di giustizia sino al 2017 e quindi le spese sarebbero sostenute dal nostro ente sino a quella data».

Carmelo Vella