Come volevasi dimostrare, se mai ce ne fosse stato bisogno, continua il massacro nei confronti dei lavoratori e dei ceti sociali più deboli. Che banchieri e professori al governo ci avrebbero condotti in era da dopo guerra lo scrivo da molti mesi, ed oggi ne abbiamo conferma con la preventivata ed ulteriore forbiciata al sociale da parte di Monti & Company. Nessuno conosce ancora le cifre nei dettagli, ma i numeri si: venticinque miliardi da reperire, pardon da estorcere, entro e non oltre la fine del 2013. Come? Con il blocco degli stipendi, con le ferie coatte e lo stop ai concorsi nel pubblico impiego, con il 10% di tagli nei posti di lavoro degli statali, con gli ulteriori tagli ai posti letto negli ospedali e quant’altro inciderà gravemente sulla qualità e quantità dei servizi e quindi sulla vita delle persone e sul loro già scarno portafogli. Un’altra manovra ancora, dunque, l’ennesima e non ultima prosecuzione di tagli e sacrifici imposti solo e comunque ai soliti noti. Una manovra che, contrariamente all’occupazione che dicono di volere creare, aumenta ancora di più la disoccupazione e lo stato di povertà di milioni di famiglie non più in grado di acquistare il necessario per vivere e le medicine per curarsi. Nello stesso tempo però, tra il suicidio di un disperato e l’altro, le grandi ricchezze continuano a scialarsela, perché mai nessuno ha chiesto loro nessun sacrificio, nemmeno per dare un senso di giustizia al Paese.
E siccome il diavolo si nasconde sempre nei dettagli, ecco che le forze politiche e sociali più rappresentative sbraitano, lanciano strali a destra e a manca, annunciano barricate alle solite pesanti ed insostenibili decisioni del governo e poi… E poi, come se nulla fosse accaduto, si appecorano alle decisioni e votano tutte le fiducie al “loro” governo. Dimostrando così che la crisi economica è assai meno profonda della crisi dello Stato, della crisi dei partiti e di una classe dirigente che, come affermato da un onorevole in Parlamento, ha finito di rompere i cabasisi. E che la sana cultura delle istituzioni democratiche è andata a puttane, insieme al senso della misura!

Salvatore Ferrara