Grazie ad alcune iniziative di comunicazione a dire il vero politica di queste settimane, si è potuto tornare a parlare di Ponte sullo Stretto per l’accento posto sull’argomento dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Di Ponte si discute dall’unità d’Italia, potrebbe sembrare che siano tutti contro la realizzazione di questa importante infrastruttura, in particolar modo a Messina, dove l’attuale Sindaco Accorinti, per anni ha portato in giro il vessillo “No ponte “. Tuttavia, esiste, invece, ancora qualcuno che crede fortemente nel progetto.
Si tratta dell’avvocato Fernando Rizzo che porta avanti in Associazione con altri autorevoli esponenti, la sua ” Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno”. E’ stato prospettato il perimetro e i contorni entro i quali agire per far conoscere le proprie idee pro Ponte, per tradursi in un progetto molto ambizioso.
Il completamento dell’A3 Salerno-Reggio Calabria, intervenire per adeguare la rete di Autostrade della nostra Isola, fino ad arrivare alla tanto auspicata realizzazione del collegamento stabile fra La Sicilia e La Calabria, da Torre Faro a Cannitello, i tre chilometri e più che da tempo costituiscono materia di dibattito per un gran numero di persone che potrebbero, in un senso o nell’altro, vedere cambiato il futuro di una comunità positivamente o meno.
L’Italia è caratterizzata, da un divario infrastrutturale fra le diverse aree del Paese, ovvero si è pensato molto a dotare di mobilità il Paese da Napoli e Bari in su, tutto ciò che vi è sotto, è stato lasciato al proprio destino; di sottosviluppo pilotato. Da Roma, sono state recuperate risorse, sottraendole al Ponte per il quale erano state assegnate, per la nuova TAV Napoli – Bari, cosa non avvenuta invece per completare definitivamente la Salerno Reggio Calabria, o adeguare definitivamente autostrade e ferrovie in Sicilia.
Non è una novità degli ultimi anni pensare in modo marcato allo sviluppo del Nord, lasciando al proprio destino Regioni come: la Basilicata, la Calabria e la Sicilia. In questo modo però non si fa altro che acuire il dramma occupazionale di diversi cittadini che non lavorando al gioco forza sono costretti ancora nel 2015 a dover emigrare quando invece con la realizzazione del Ponte, si potrebbe dare occupazione certa a 10.000 persone.
Con la realizzazione dell’opera, la movimentazione merci (che attualmente avviene su mare ed ha come meta principale il porto di Rotterdam in Olanda) potrebbe in futuro cambiare destinazione, occupando lavoratori in modo produttivo e non a carico sempre di Enti locali; che a parte un’inadeguata programmazione per far funzionare la cosa pubblica, non sono spesso in grado di far fronte alla mole di dipendenti diretti e non che gli gravitano intorno.
Scelte Politiche di esponenti siciliani (e non solo) hanno impedito che sul Ponte si facesse una chiarezza definitiva e non solo gazzarra nei diversi momenti elettorali. L’avvocato Rizzo, con la propria Rete, spera usufruendo di una campagna informativa adeguata, fondata su certezze di poter vedere realizzati i propri obiettivi con successo.
Filippo Pansera