UfficiComunaliCon un valore prossimo a 1 su una scala da 0 a 1, dal 2004 al 2012 la qualità delle istituzioni più alta in Italia è stata registrata in Toscana e nella provincia di Firenze. In coda alla classifica invece tutte le regioni del Sud e le province siciliane e calabresi, con valori medi compresi tra 0,4 e 0.

È quanto emerge dallo studio “Measuring Institutional Quality in Italy” dei professori Annamaria Nifo e Gaetano Vecchione pubblicato sulla “Rivista Economica del Mezzogiorno”, trimestrale della SVIMEZ diretto da Riccardo Padovani ed edito da Il Mulino. Secondo la SVIMEZ per ridurre il divario Nord/Sud in questo ambito servono interventi di riforma della PA più forti per il Sud, per colmare i divari nei diritti di cittadinanza. Il processo di supporto può avere impulso anche dai fondi delle politiche di coesione 2014/2020.


Lo studio analizza le performances delle regioni e province italiane negli anni 2004-2012 sulla base dell’IQI, Institutional Quality Index, un indice costruito ad hoc dagli autori dello studio sulla base del WGI, World Governance Indicator, della Banca Mondiale. L’IQI raccoglie 24 parametri riferiti a cinque ambiti: partecipazione (che a sua volta raggruppa fenomeni tra cui associazionismo, acquisti in libreria, partecipazione al voto), efficacia dell’azione di governo (ad esempio raccolta differenziata, dotazione strutture sociali ed economiche), qualità della regolamentazione (dipendenti pubblici, mortalità e qualità della vita delle imprese), certezza del diritto (tra cui tempi dei processi, evasione fiscale, sommerso), corruzione (reati contro la PA, commissariamento dei comuni). Ne deriva un indice sintetico compreso tra 0 e 1 che conferma la presenza di un forte gap tra le regioni del Centro-Nord (che hanno valori compresi tra 1 e 0,7/0,6) ai primi posti e le regioni del Sud agli ultimi (con valori compresi tra 0,4 e 0).

La qualità delle istituzioni nel 2004 per regione: Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna ai vertici, Campania, Sicilia e Calabria in coda – In base all’IQI, nel 2004 la migliore qualità delle istituzioni in Italia si è registrata in Toscana, che, con un valore di 0,9 occupa il primo posto della classifica. Al secondo la Lombardia, con 0,8, seguita dall’Emilia Romagna, con 0,76. Al quarto e quinto posto le due regioni a statuto speciale Valle d’Aosta (0,75) e Trentino Alto Adige (0,73).

La prima regione meridionale si trova solo al 12° posto su 20, ed è l’Abruzzo, con un valore di 0,6, seguito dalla Liguria con 0,58. Di seguito troviamo le altre regioni del Sud: la Puglia (0,47), la Basilicata (0,45), la Sardegna (0,38), il Molise (0,34), la Campania (0,32). In coda la Sicilia (0,24) e la Calabria (0,14).

La qualità delle istituzioni nel 2012 per regione: Toscana in testa, l’Abruzzo sale dal 12 al 9 posto – Otto anni dopo, la Toscana si conferma la regione italiana con la qualità delle istituzioni più alta con un valore di 0,8, quasi a pari merito con il Trentino Alto Adige, che sale dalla 5° alla 2° posizione. L’Emilia Romagna scivola dal terzo all’ottavo posto, con 0,72, a pari merito con la regione Abruzzo. Giu’ anche la Lombardia, dal secondo al decimo posto (0,71).

Le regioni del Sud si confermano ancora in coda: la Sardegna al 14° posto (0,45), la Puglia al 15° (0,41) con la Basilicata, seguiti dalla Campania (0,36), Molise (0,25), Sicilia (0,22) e Calabria (0). La qualita’ delle istituzioni nel 2004 per provincia: le province toscane ai primi 9 posti, negli ultimi dieci le province siciliane e calabresi.

Passando all’analisi per provincia, dallo studio emerge che sono tutte toscane le province ai primi posti della classifica: Firenze raggiunge il massimo valore (1), seguita da Pisa (0,98), Siena (0,89), Livorno e Lucca (0,87), Prato (0,84), Arezzo (0,83). La provincia di Trieste risulta al terzo posto (0,95), la lombarda Varese al quinto (0,88). Passando alle altre regioni, nei primi trenta posti si trovano soprattutto province lombarde, emiliane, piemontesi, venete e lombarde, con valori compresi tra lo 0,83 di Bergamo e lo 0,73 di Treviso.

Le prime province del Mezzogiorno che si trovano sono Chieti e Teramo (0,66) al 52° posto, poi L’Aquila al 59° (0,62) e Pescara al 62° (0,59). Con 0,52 Bari si colloca al 68° posto. Gli ultimi trenta posti sono occupati da province meridionali, da Lecce al 72° con 0,46 a Vibo Valentia e Crotone (0), passando per Palermo e Caltanissetta (0,23 e 0,18). La qualita’ delle istituzioni nel 2012 per provincia: Teramo e Chieti passano nelle prime venti province, sempre in coda Sicilia e Calabria.

La situazione diventa più movimentata otto anni dopo. Nella top ten troviamo sempre province toscane: Firenze mantiene il primo posto con il massimo valore (1), seguita da Livorno (0,98) che scalza Pisa e Siena (0,87). Trento sale da 27° a 5°, ma il vero salto è quello di Chieti (0,85), dal 52° al 7° posto. Forte recupero anche per Teramo, che sale dal 52° al 17° posto. Come già nel 2004, nelle prime trenta posizioni si confermano soprattutto le province emiliane, lombarde e venete.

Quanto alle province del Mezzogiorno, pressoché invariata la posizione di Pescara (dal 62° al 63° posto), mentre L’Aquila perde cinque posizioni e arriva al 66° posto con un valore di 0,6. Si concentrano nelle ultime trenta posizioni tutte le province meridionali. Salerno passa dall’81° al 70° posto, Benevento dall’84° al 73°. Anche Sassari guadagna dieci posizioni, dall’85° al 75° posto. Al 76° resta invariata la posizione di Matera, prossima capitale della cultura, come Brindisi al 79°.

Anche le grandi città del Mezzogiorno si trovano nelle ultime trenta posizioni. Bari in particolare scivola dal 68° all’81° posto. Più contenuti i cali di Napoli (dall’89° al 91°) e Palermo (dal 95° al 97°). Tra le altre province da segnalare il salto di Nuoro dal 94° al 78°. Perdono invece Potenza (da 73° a 83° posto) e Cagliari (da 75° a 84°). In coda con valori prossimi allo 0 Caltanissetta, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone.