Da lunedì il tratto di statale 640 compreso tra gli svincoli Petrusa e Caldare, è stato interdetto al traffico per il completamento dei lavori sulle nuove carreggiate.
Lo ha comunicato l’Anas, rendendo noto che i lavori nell’area in questione andranno avanti fino al 12 di dicembre.
“Il traffico sarà deviato, in entrambi i sensi di marcia, su percorso alternativo: i veicoli diretti da Caltanissetta ad Agrigento dovranno uscire allo svincolo di Caldare e percorrere la strada provinciale 3, la statale 189 e la statale 122 per rientrare sulla strada statale 640 allo svincolo di Petrusa; percorso inverso per i veicoli provenienti da Agrigento e diretti a Caltanissetta”.
Ma c’è anche chi non ha preso in considerazione le indicazioni sul percorso alternativo alla statale 640. Camion e auto che da Agrigento devono raggiungere Caltanissetta o l’autostrada Palermo – Catania e viceversa percorrono la strada statale 576 Agrigento – Naro e poi la direzionale 410 Naro Canicattì fino allo svincolo per Caltanissetta. Le condizioni della strada non sono idonee a sopportare e supportare un traffico veicolare del genere – dichiarano alcuni pendolari che ogni giorno percorrono quella strada- in uno dei rettilinei, appena sotto Naro, la strada è diventata impercorribile e le auto sono costrette a spostarsi sulla corsia opposta per evitare danni alle auto e a se stessi.
L’appello è rivolto al Libero consorzio dei comuni (ex provincia regionale di Agrigento) e al governatore della regione Crocetta.
Intanto “Il Libero consorzio comunale di Agrigento dedica la massima attenzione alla situazione complessiva dell’intera rete stradale di sua competenza, ma senza risorse finanziarie sarà impossibile non solo la manutenzione ordinaria, ma anche tenere aperte diverse strade che oggi rivestono un’importanza strategica nei collegamenti tra le zone più interne”.
La precisazione del settore Infrastrutture stradali è doverosa, considerato che in seguito alle prime piogge autunnali sono giunte diverse pressanti richieste di alcuni amministratori locali sul ripristino delle condizioni di percorribilità e di sicurezza di alcune strade, evidenziando come l’azione del Libero consorzio sembrerebbe insufficiente in tal senso.
L’ex Provincia regionale, a causa della mancanza di fondi e di trasferimenti ridotti al minimo da parte della Regione, non è più in grado di far fronte alle emergenze, se non con estrema difficoltà e con tempi dilatati. Molti mezzi sono usurati, attualmente è a disposizione un solo bobcat funzionante e una minipala meccanica per la rimozione di fango e detriti, che dovrebbero bastare per oltre 1350 chilometri di strade provinciali, ex consortili, ex regionali e ex Esa.
Troppo poco per garantire interventi immediati, impossibili per situazioni ancora più complicate (frane o dissesti tali da compromettere la sede stradale) che hanno portato negli ultimi anni alla chiusura di numerose strade.
L’elenco delle strade sulle quali occorre intervenire con assoluta priorità, trasmesso a suo tempo alla Regione, è stato approvato solo in parte dal Dipartimento, anche se alcune strade importanti sono rimaste fuori dai finanziamenti, ma di questi, al momento, si ha solo qualche promessa, senza atti concreti, a partire dagli stessi decreti di finanziamento dei quali non si ha notizia nonostante i ripetuti annunci provenienti dalla Regione. Basti pensare che oggi si sta intervenendo, ad oltre un anno e mezzo dal crollo, sul ripristino del ponte sulla Sp37 Caltabellotta-San Carlo, ma solo grazie ai fondi della Protezione civile.