uva-vigneto-vigneto-di-uva-italiaNegli anni  80, quando c’è stato il boom dell’uva Italia, Canicattì era considerata alla stregua  di città economicamente molto forti come ad esempio Catania. Oggi, dopo un periodo di crisi del settore  agricolo, si riaprono nuove prospettive.

Quest’anno le condizioni climatiche sono state favorevoli,  ciò ha consentito di ottenere un prodotto qualitativamente elevato. L’assenza di patologie parassitarie ha contribuito a garantire uve di elevato pregio. Anche se le previsioni sembrano positive, per rilanciare  l’uva da tavola canicattinese la strada è tutt’altro che semplice.

Un prodotto di fascia bassa non aiuta  a rilanciare il commercio in questo settore. A  contribuire ad una graduale crisi del prodotto è stato l’avvento sul mercato della  grande distribuzione con  offerte promozionali che nel tempo hanno  svalorizzato il  prodotto locale  e i produttori,  loro malgrado, sono stati  costretti ad assecondare queste scelte  per rimanere dentro il circuito commerciale.

Un tempo: agricoltori, artigiani, industriali, pensavano solo a produrre, alle vendite e al commercio si pensava poi. Oggi non è più così, bisogna mettere in atto strategie di vendita ancor prima di impiantare i vigneti e la produzione sembra non essere quella degli anni passati.

A Canicattì ci sono terreni che non producono da oltre 15 anni, potrebbero essere utilizzati per impiantare nuove produzioni ma ciò non è possibile a causa della mancanza di acqua necessaria per l’irrigazione. Le falde acquifere superficiali sono già state  esaurite, per riuscire ad avere acqua a sufficienza bisognerebbe scavare oltre i 300 metri con costi assolutamente insostenibili per il mercato attuale.

La viticoltura è l’ attività principale della zona, il canicattinese ha saputo fare di quest’attività un’arte, bisognerebbe inculcare ai più giovani l’importanza del consumo di questo frutto con campagne di sensibilizzazione nelle scuole che facciano capire ai più giovani le proprietà nutrizionali della nostra uva.