Dal 20 dicembre 2019 l’Autostrada PA-CT è interdetta ai mezzi pesanti: in direzione Catania bisogna uscire a Tremonzelli e rientrare a Enna, in direzione Palermo bisogna uscire a Enna e rientrare a Tremonzelli, tutto ciò con strade provinciali non in condizioni di sopportare il traffico pesante. Questa situazione è conseguente al monitoraggio del viadotto Cannatello e della decisionedell’Anas di interdirlo ai mezzi pesanti. Le ragioni di sicurezza prevalgono sicuramente su tutte le altre logiche, le domanda che ci poniamo sono altre: come è stato possibile che non si siano resi conto prima che erano necessarie opere di manutenzione che, se fatte per tempo, avrebbero potuto evitare la chiusura completa del tratto in questione? Come è possibile non avere previsto la chiusurain modo da adeguare i percorsi alternativi al passaggio di mezzi pesanti? E come è possibile che oggi, a disastro avvenuto, non vi sia una programmazione degli interventi che ponga un limite temporale a questi disagi? 

L’ANAS, ente gestore dell’autostrada, si giustifica dicendo che a maggio 2018, con appositi cartelli, aveva vietato il transito del tratto in questione ai mezzi eccedenti le 32 tonn. di peso e che nessuno ha fatto rispettare il divieto, peggiorando lo stato del viadotto:


Ma noi diciamo che già allora l’Anas avrebbe dovuto disporre di un percorso alternativo adeguato per i mezzi pesanti, ma addirittura aggrava la propria posizione in quanto in altri 18 mesi in cui, adire dell’Anas, nessuno ha controllato che il divieto di transito fosse rispettato, non si è preoccupata di verificare lo stato delle strade alternative proposte e/o di coordinarsi con i responsabili delle stesse.

Ma c’è di più: la Consulta regionale per l’Autotrasporto già lo scorso anno aveva proposto di chiudere completamente l’autostrada per permettere la manutenzione e messa in sicurezza del tratto interessato nel più breve tempo possibile, facendo dirottare il traffico pesante sulla PA-ME, chiedendo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la nomina di un commissario straordinario per la viabilità in Sicilia e un fondo per indennizzare le imprese di autotrasporto costrette a percorrere la strada alternativa in quanto tale soluzione temporanea avrebbe implicato maggiori costi in ordine di tempo e spese vive.

Si tratterebbe di adottare  il modello Genova che, in occasione del crollo del Ponte Morandi, ha supportato imprese e cittadini. Sempre che, in questa sfortunata regione, qualcuno sia in grado, semplicemente, di copiare.

C’è da aggiungere che né il Governo regionale, né l’Anas, si sono degnati di avvisare le associazioni di categoria dell’autotrasporto o, semplicemente, la Consulta regionale per l’Autotrasporto, della chiusura del tratto autostradale.

 

Salvatore Bella Aitras