Dalle prime ore di questa mattina è in corso una vasta operazione della Guardia di Finanza di Agrigento, coordinata dalla locale Procura della Repubblica. L’operazione, denominata “Malebranche”, vede l’applicazione di 11 ordinanze cautelare, 3 misure interdittive meno afflittive e 22 indagati a vario titolo, per associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta.  In corso anche perquisizioni e sequestri.

“Il meccanismo è’ semplice ma crea allarma sociale: si crea debito in una società per poi trasferirli in un’altra neonata. Si crea così un danno per i creditori di quasi 5 milioni di euro. Contestualmente anche un danno nei confronti dell’erario. Contestato l’auto-riciclaggio perché si elude la possibilità di tracciare questi flussi di denaro. Una marea di società create
ad hoc; dalle nostre indagini risulta che gli indagati hanno buoni rapporti sul territorio, registrati anche atti intimidatori contro un curatore fallimentare”. Dichiara il Procuratore Capo Luigi Patronaggio durante la conferenza di stampa presso la Procura di Agrigento.


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“I reati tributari e bancarotta non sono di serie B ma sono gravissimi. L’economia è’ alla base di tutto e questi reati creano allarme sociale e difficoltà ai concorrenti e creditori che rimangono privi di beni e risorse finanziarie soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria” dice il nuovo colonnello della gdf Rocco Lopane.
L’indagine nasce nel 2015, a seguito di minacce e ripetuti atti intimidatori a danno di un curatore fallimentare, nell’esercizio delle sue funzioni, in una società sottoposta a procedura fallimentare e facente parte del gruppo societario oggi sequestrato. L’indagine ha riguardato sette società fallite e cinque tutt’ora in attività, tutte riconducibili ad un gruppo familiare, operanti nel settore del commercio di articoli casalinghi, pulizia della casa e della persona, cosmetica, e giocattoli.