Trascorsi quasi quattro mesi dalla tragedia dell’11 Dicembre, il Sindaco ha annunciato un progetto che prevede la realizzazionel di un polmone verde, nel quadrilatero segnato da Via delle Scuole, Via della Pace, Via Galilei e Via Cicero Vacchio. Vale 25 miloni di euro.  Pare che la Regione Siciliana e il governo nazionale hanno manifestato la disponibilità a finanziarlo. Non abbiamo motivo di dubitare, tuttavia registriamo che non c’è traccia di un impegno formale o anche informale. Il progetto, oltre alla demolizione degli immobili ricadenti nel quadrilatero, prevede anche la demolizione di vecchi immobili del centro storico e la costruzione di nuovi per assegnarli alle famiglie sfollate.
L’intervento interessa un’area, molto più estesa di quella colpita direttamente dall’esplosione, dove insistitono anche immobili che hanno subito danni lievi che potranno essere riparati facilmente, non appena saranno rimosse le macerie e sarà consentito l’accesso ai proprietari.
La realizzazione di tale progetto sta trovando la legittima resistenza delle famiglie che vogliono salvare la proprie case, risparmiate dall’esplosione ma che rischiano di essere abbattute da scelte politiche che in parte non condividiamo e che riteniamo vadano corrette.
“La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti, allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.” Art. 42 della Cosituzione Italiana.
Ora non e’ il tempp della polemica e delle divisioni..Quel patto non scritto che le istuzioni hanno fatto con la società civile, con il mondo del volontariato e delle associazioni, con le famiglie colpite e con tutta la comunità Ravanusana, che ha portato
tanta solidarietà, non può e non deve scioglliersi nel momento della ricostruzione.
Le tesi assurde che circolano secondo le quali le case vanno abbattute perché si trovano in una zona classificata R4 – a grave rischio di dissesto idrogeologico – e che, per tale motivo, non potrebbero essere dichiarate agibili, vanno immediatamenye abbandonate perché prive di fondamento logico e giuridico. Vogliamo rocordare che ad un centinaio di metri dalla zona interessata giace un cantiere che costa sette milioni di euro, aperto e finanziato per il consolidamento della zona e per la salvaguardare proprio di quel patrimonio immobiliare.
La zona R4 e’ molto più vasta di quella interessata dal progetto di demolizione. Applicare il principio secondo cui le case che si trovano nella zona R4 e che non sono agibili, vanno demollite, e’ pericoloso e porta all’assurda conclusione che un terzo del patrimonio immobiliare di Ravanusa andrebbe demolito e che gli interventi di consolidamemto che si stanno effettuando non serviranno a nulla se non ad ingrassare progettisti e imprese.
La sfida e’ quella di trasformare la zona R4 in zona delle 4R:  riqualificazione, riparazione, rigenerazione e ricostruzione. Riqualificazione delle zone interessate direttamente dall’esplosione, realizzando un polmone verde, un’area parcheggio e un ecoquartiere. Riparazione degli immobili che necessitano interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il diritto delle famiglie a riabitare le case che si possono recuperare è sacrosanto ed intoccabile. Ricostruzione delle case che sono andate distrutte e di quelle irrecuperabili, in altre zone del centro storico. Rigenerazione di tutta l’area classificata a rischio idrogeologico, con il completamento dei lavori di consolidamento che consentiranno di mettere in sicurezza tutto il patrimonio immobiliare interessato e di renderlo agibile.
Noi riteniamo che la strada maestra è quella della condivisione e non certo quella di mettere in contrasto i legittimi interessi delle famiglie con discutibili interessi pubblici.
Non dimentichiamo che la causa di tale tragedia e’ da ricercare altrove
non certo nel dissesto idrogeologico o nell’inagibilita’ degli immobili.
Noi crediamo che tutti gli interessi in gioco si possono conciliare e che l’interesse pubblico a riqualificare la zona devastata passa dalla realizzazione di un polmone verde con spazi aperti e polifunzionali ma  anche dalla costruzione di una comunità solidale energetica dove gl’immobili che si possono salvare, producono energia pulita per un intero, nuovo e moderno ecoquartiere.
Un progetto innovativo che segna un nuovo modo di costruire in cui  interessi pubblici e privati non si scontrano ma s’incontrano a difesa e a salvagiardia dell’ambiente e del territorio.
Il Segretario
Vittorio Cavalcanti