Il 24 Dicembre, più di 250 ragazze e ragazzi iscritti ai giovani democratici e al PD, in pratica tutti gli iscritti della
Provincia di Agrigento, hanno firmato in massa una lettera riservata alle commissioni di garanzia del partito
democratico che abbiamo recuperato e che apre il vaso di pandora: correnti PD che dettano legge, iscritti a cui viene
tolto il diritto di voto, regole che non esistono e una presunta commissaria 37enne (che risulta essere anche componente
della segreteria regionale del PD) che decide da sola con pochi stretti in una stanza il destino dei GD, contro ogni
norma.
La triste vicenda farebbe già piangere così, se non fosse che viene tirato in causa il PD Nazionale, che prima sospende
tutto, e poi delibera: “risultano irregolarità nella disciplina e nel conseguente avvio del percorso congressuale” e ancora
“La procedura sin qui seguita non ha assicurato il rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e partecipazione delle
iscritte e degli iscritti di tutti i territori” e via dicendo.
Una storia finita bene e dove viene ripristinato il rispetto delle regole direte voi? Purtroppo no, no in Sicilia e ancor
meno ad Agrigento, dove la federazione non esiste, non esistono regole. E la presunta commissaria 37enne che in questi
anni non si è occupata minimamente di ricostruire i vari organismi magicamente fa convocare i congressi nei giorni
delle festività natalizie, chissà perché!? Qui non ci sono organi che possono opporsi al fatto che ai ragazzi sia impedito
di votare, che i circoli vengano convocati a caso (accorpando comuni tra di loro per cambiare le maggioranze) e senza
consultare nessuno, nemmeno gli iscritti.
Risultato? 250 ragazze e ragazzi, in pratica la totalità delle iscritte e degli iscritti, inviano una letta di fuoco a tutti:
partito provinciale, partito regionale, persino le sedicenti “commissioni di garanzia” composte di imperio dalla
Commissaria su ogni territorio solo con i suoi sodali.
Cosa succederà adesso? Forse per il PD c’è uno scandalo in vista, e una certezza: i giovani “segno di rinnovamento”
vanno bene solo a parole, quando serve.