“Nell’iter del dl Energia appena avviato alla Camera, la maggioranza ha respinto al mittente l’emendamento a mia firma che mirava a fermare la costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle e ad individuare una soluzione alternativa. Una decisione che non sorprende, purtroppo: al di là delle belle parole di Meloni, Fratin e compagnia, questo governo resta concettualmente ancorato alle fonti fossili e a logiche energetiche del secolo passato”, così in una nota la deputata M5s Ida Carmina. “Nel caso di specie però, ci troviamo di fronte a un accanimento nei confronti di tutto un territorio, quello dell’agrigentino, dove le difficoltà economiche sono consolidate da anni e ci si tiene a galla solo grazie alla forte vocazione turistica. Alla quale, è superfluo dirlo, viene inferto un colpo fatale con il rigassificatore, visto che a pochi chilometri da mete turistiche ormai note in tutto il mondo quali la Scala dei Turchi, siti patrimonio dell’Unesco e altre blasonate spiagge, quell’ecomostro rappresenterà uno sfregio decisamente impattante. Riesumare un progetto di vent’anni fa, antieconomico e obsoleto, cozza con tutto ciò che riguarda Agrigento Capitale della Cultura 2025. E dimostra quanto siano illogiche certe decisioni, continua Carmina. Il governo nelle sedi europee snocciola promesse di Pulcinella a iosa sull’abbandono delle fonti fossili, sulla decarbonizzazione e su nuove spinte alle energie rinnovabili. Poi però in patria la solfa è sempre la stessa. La regione del sole per eccellenza, invece di diventare l’hub del paese per l’energia solare, viene sacrificata a parcheggio per un rigassificatore inutile, visto che con certi impianti non si riduce né la dipendenza dagli altri paesi né soprattutto il costo delle bollette dei cittadini. Dopo l’irricevibile riforma delle autonomie, lo svuotamento del fondo perequativo infrastrutturale e lo scempio del finanziamento del ponte sullo Stretto, ecco un’altra prova provata dell’antimeridionalismo dilagante del governo Meloni”.