Il procuratore capo di Agrigento, Giovanni Di Leo, ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 28 persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta Piramide, una indagine che ipotizza un vasto traffico di stupefacenti in provincia di Agrigento. L’operazione, eseguita due anni fa dai carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile, portò a sette arresti e diciannove misure cautelari del divieto di dimora. Oggi la procura di Agrigento tira le somme e chiede il processo per 28 indagati. La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 25 marzo davanti il gup del tribunale Giuseppe Miceli. Al centro dell’inchiesta numerosi episodi di detenzione e cessione di cocaina e hashish – nell’estate 2019 – tra Agrigento, Canicattì, Grotte, Racalmuto, Comitini e Favara. L’indagine è stata denominata Piramide poichè, secondo l’impianto accusatorio, si era venuta a creare una struttura verticistica tra i vari pusher, collaboratori di questi ultimi e gli acquirenti. Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati circa 2 chilogrammi di cocaina e 4 chilogrammi di hashish. Nel collegio difensivo gli avvocati Calogero Meli, Giovanni Salvaggio, Paolo Ingrao, Filomena La Vecchia, Salvatore Macrì, Silvio Miceli, Carlo Schillaci, Giuseppe Vinciguerra, Francesco Lumia, Giuseppe Zucchetto, Ninni Giardina, Luigi Lanzerotti, Santo Lucia, Diego Guadagnino, Teresa Alba Raguccia, Viviana Termini, Salvatore Domante.