Era finito a processo, con contestuale sequestro di 18 mila litri di carburante, con l’accusa di aver tentato di cedere gasolio agricolo ad aliquota agevolata ad un soggetto non autorizzato. Il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Nicoletta Sciarratta, ha assolto “perché il fatto non sussiste” un trentatreenne imprenditore di Palma di Montechiaro. Il pm Antonella Carrozzieri, a margine della requisitoria, aveva chiesto la condanna dell’imputato a quattro mesi di reclusione e cinquemila euro di multa. La vicenda risale al maggio 2021 quando la Guardia di Finanza, dopo aver notato l’autobotte dell’imprenditore, decise di effettuare un controllo.

Ad insospettire le fiamme gialle era stato proprio il percorso del mezzo che, piuttosto di far rientro direttamente nel deposito a Camastra, aveva effettuato una deviazione in un luogo non autorizzato giungendo in una ditta di trasporti a Raffadali. Per l’accusa, dunque, quella deviazione era la prova che l’imprenditore avesse intenzione di cedere il gasolio al titolare dell’impresa. La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Barba, ha invece offerto una ricostruzione degli eventi diversa che è stata accolta dal tribunale.

In particolare, l’imprenditore aveva deciso di virare verso Raffadali, su indicazione di alcuni colleghi, e recarsi nello spiazzale della ditta di trasporti in cui insisteva un’officina per riparare un guasto all’autobotte. Per il giudice l’ipotesi che si trattasse di un tentativo di vendita del carburante ad un prezzo favorevole rispetto a quello ordinario è “rimasta affidata a pochi elementi indiziari, né gravi, né precisi e né tantomeno concordanti”. Per questo motivo il tribunale ha disposto l’assoluzione dell’imputato e la restituzione dell’autobotte e del gasolio sequestrato.