E’ stato rinviato a gennaio il ricorso al Tar di Palermo sulla nomina di Annalisa Tardino a commissaria dell’Autorità portuale del mare di Sicilia occidentale. E’ stata la Regione Siciliana a presentare ricorso contro la nomina dell’ex europarlamentare decisa dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Come ampiamente anticipato il Presidente Schifani ha detto no alla scelta di Annalisa Tardino che ha definito “un bravo avvocato che sarebbe potuta diventare anche assessore ma che non possiede i titoli per quell’incarico”.
Giorni di tensione
La nomina ha provocato uno scontro tra il presidente della Regione Renato Schifani e la Lega. Al botta e risposta tra Palermo e Roma avvenuto nelle ore successive alla nomina di Tardino, hanno fatto seguito giorni nei quali la tensione è comunque calata. Oggi, a 22 giorni da quel duello mediatico scattato il 18 agosto, si attendeva la decisione del Tar che, invece, è stata rinviata.
Entrare subito nel merito del ricorso
Non ci sarà, dunque, alcuna sospensiva riguarda quella nomina. Palazzo d’Orléans ha scelto di non insistere sulla richiesta cautelare dell’atto ministeriale, ritenendo più utile un giudizio completo e approfondito piuttosto che un intervento limitato e sommario. La decisione risponde alla volontà di garantire la piena legittimità nella direzione di un ente pubblico strategico per lo sviluppo della Sicilia occidentale.
La Regione ribadisce inoltre la propria convinzione che le contestazioni mosse al provvedimento ministeriale siano fondate e destinate a trovare conferma in sede di merito.
La Tardino resta almeno fino a gennaio
Alla luce di tutto ciò Annalisa Tardino resta in sella almeno fino a gennaio quando è attesa la probabile udienza di merito. ed è probabile che la sua permanenza continui in attesa della decisione del Tar.
Nominata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporto retto da Matteo Salvini, il 18 agosto scorso la Tardino si è insediata in pieno agosto e come primo atto ha incontrato il segretario generale dell’Autorità, quel Luca Lupi, già braccio destro di Pasqualino Monti, che Schifani avrebbe voluto quale presidente dell’Autorità. Nelle sue parole d’insediamento un riferimento al governo Meloni, al Ministro Salvini e all’intenzione di gestire l’Autorità portuale in continuità con Monti.