Una misura sperimentale che, tuttavia, continua a sollevare perplessità tra gli studenti, i
rappresentanti e le associazioni universitarie, che ne denunciano le gravi criticità e la natura
poco risolutiva rispetto al problema dell’accesso programmato.
“La realtà quotidiana che ci raccontano gli studenti è fatta di difficoltà tecniche costanti,
collegamenti che saltano, piattaforme instabili, e un’organizzazione che troppo spesso li
mette in condizione di perdere ore di lezione – spiega Giovanna Billitteri, coordinatrice
dell’UDU Palermo –
. Tutto questo contribuisce a rendere il semestre filtro molto faticoso e
pieno di dislivelli: non tutti partono dalle stesse condizioni, e chi ha meno risorse
tecnologiche o più ostacoli viene inevitabilmente penalizzato”
.
Alla modalità interamente a distanza si aggiunge il carico didattico, spesso insostenibile.
Francesco Cerami, consigliere nazionale degli studenti universitari (CNSU), sottolinea:
“Passare intere giornate davanti allo schermo, dalla mattina fino al tardo pomeriggio, non
solo riduce l’efficacia dell’apprendimento, ma rende il percorso stressante e alienante. La
DAD non può essere una soluzione strutturale per un percorso formativo così complesso”
.
Sul fronte del diritto allo studio, emergono ulteriori criticità. Irene Ferrara, consigliera
d’amministrazione dell’ERSU Palermo, evidenzia:
“Il semestre filtro ha un altro enorme impatto sugli studenti di primo anno: lo slittamento e il
rallentamento degli esiti e degli accrediti delle borse di studio, unico mezzo di sostegno per
le spese universitarie. Anche il servizio abitativo viene messo in stand-by: l’Università di
Palermo ha previsto lezioni online per il semestre filtro, ma questo comporterà grandi
difficoltà per chi, non superando il semestre, dovrà immatricolarsi a un altro corso soltanto a
febbraio, quando le residenze e il mercato degli affitti privati saranno già saturi”
.
L’UDU Palermo chiede con forza che il semestre filtro non diventi un alibi per ritardare una
riforma strutturale del sistema universitario. L’obiettivo deve essere quello di superare
l’attuale modello selettivo e creare un percorso di formazione realmente accessibile, equo e
di qualità.