A Palermo sono 124 le sartorie iscritte alla Camera di Commercio, ma nessuna di queste conta lavoratori o lavoratrici sotto i trent’anni. È un dato che mette in evidenza una realtà preoccupante: nel capoluogo siciliano ci sarebbero centinaia di potenziali posti di lavoro disponibili, che restano però scoperti per mancanza di giovani formati nel settore.
Per colmare questo vuoto generazionale, Confartigianato Palermo ha attivato per il terzo anno consecutivo il corso di formazione triennale per “Operatore dell’abbigliamento e alta moda”. L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra Confartigianato Imprese Palermo, il distretto regionale della moda “Mythos Fashion District” e la scuola di formazione Endofap Don Orione. Quest’anno, oltre alla prosecuzione delle classi precedenti, è stata attivata una nuova sezione.
Accanto alle classiche materie scolastiche come Italiano, Matematica e Storia, gli allievi e le allieve imparano le tecniche del taglio e del cucito. Gli studenti del terzo anno dedicano i pomeriggi alle riparazioni sartoriali, affidando i loro lavori all’impresa formativa Endo-Fashion, in via Ammiraglio Rizzo 68 a Palermo. Si tratta di un’esperienza pratica che consente di trasformare la scuola in un vero laboratorio di formazione professionale.
L’obiettivo del percorso è quello di rispondere alle esigenze delle aziende che oggi faticano a trovare personale qualificato nel territorio. Gli sbocchi occupazionali per gli studenti comprendono sartorie artigianali, aziende tessili, atelier, uffici stile e punti vendita con laboratorio sartoriale. Confartigianato Palermo evidenzia inoltre come molti dei partecipanti al corso provengano da quartieri disagiati e come questa opportunità rappresenti per loro un concreto strumento di riscatto sociale, contribuendo a contrastare la disoccupazione giovanile e la povertà.
Secondo Flavia Pinello, presidente di Confartigianato Moda Sicilia, la difficoltà nel reperire giovani sarti è il risultato di una mancanza sistemica: «In passato non si è investito nella formazione e nel cambio generazionale. Attività come queste servono a dimostrare che il lavoro c’è e che il lavoro manuale, se insegnato bene, può diventare una fonte di riduzione della disoccupazione, favorendo il riscatto sociale».
Ago e filo, dunque, per ricucire anche la società. «Con Confartigianato e Mythos – continua Pinello – abbiamo attivato Endofap, un progetto pilota. Ma serve gente del mestiere che trasmetta l’amore per queste arti. Non ci servono sarti da riparazioni, ma professionisti di livello che portino avanti con passione il made in Sicily».